Esclusiva Freedom24. Intervista a un cittadino fieramente antidemocratico

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Alla redazione di Freedom24 è arrivata una segnalazione su un individuo residente in provincia di Catania il quale si professa alla luce del sole antidemocratico. Essendo la riflessione sulla democrazia il cuore della nostra mission giornalistica – nonché il maggiore interesse del popolo italiano – abbiamo deciso di rintracciarlo per chiedergli un’intervista. L’individuo ha accettato, volendo però mantenere l’anonimato di fronte alla platea nazionale dei lettori del nostro giornale. Di seguito la conversazione.

Dottor ***, grazie per aver accettato di rispondere alle nostre domande.

La correggo subito, io sono avvocato.

Chiediamo scusa. Eppure documentandoci non è risultato che lei avesse mai esercitato.

Non amo parlare di me, in effetti non ho nemmeno Facebook. Sono diventato avvocato e ho esercitato per qualche anno, precisamente fino al 1997, quando uscì “L’avvocato del diavolo” di Taylor Hackford con Al Pacino. Lì, rendendomi conto che la vanità stava impadronendosi di me, ho deciso di abbandonare la professione, che mi portava bei soldi ma alla quale non credevo.

Non credeva nell’avvocatura?

Non credevo e non credo nel concetto di legge intesa come altro rispetto alla morale. Nel caso di specie non credo nella legge italiana, che si contraddice nella maniera più ipocrita sin dalla sua prestigiosa Costituzione.

Dicono che sia la Costituzione più bella del mondo.

Lo è nella misura in cui l’italiano è una bella lingua e i padri costituenti seppero scrivere bene. Per il resto è un pasticcio accomodatorio pieno di compromessi e voragini normative. I compromessi saltano all’occhio sin dai principi fondamentali, basti pensare all’articolo 11 che in due soli commi riesce a dire che l’Italia ripudia la guerra ma anche no. Le voragini riguardano cose molto simpatiche come ad esempio il “quorum”, che negli ultimi giorni ha fatto scalpore per la pagliacciata del referendum.

Ha seguito la vicenda? Naturalmente non sarà andato a votare.

Io? No, come no. Ci sono andato all’apertura dei seggi.

Ma scusi, lei non è il dottor …

Avvocato.

Scusi di nuovo. Lei non è l’avvocato ***, che si proclama fieramente antidemocratico?

Appunto.

E un antidemocratico va a votare?

Visto che i democratici non ci vanno …

Si spieghi.

Guardi, è molto semplice. Il popolo italiano ritiene che la democrazia sia il diritto di non usarla. La stessa democrazia, intendo dire. Si lamentano da anni del fatto di avere governi non eletti, trasformismi politici e magagne parlamentari di vario genere, senza sospettare che sarebbe bastato votare in maniera congrua per evitare tutto ciò. Volevano la sinistra? E perché non l’hanno votata per bene? Volevano la destra? Stessa cosa. Invece votano poco, un po’ e un po’, e giustamente creano le condizioni per le aberrazioni politiche di cui sopra. Questa libertà di creare il problema e poi lamentarsene, se non ho capito male, loro la chiamano democrazia.

Avvocato, lei però ragiona per paradossi. Sa benissimo che la democrazia consiste nel voto a suffragio universale e segreto. E ognuno fa quello che vuole.

Ah, è questa la democrazia?

Ma se lei è avvocato la sa benissimo!

“Ognuno fa quello che vuole” lei la chiama democrazia? Quindi uccidere, stuprare e rapinare è democrazia?

Certamente no, lì interviene la legge.

Ah ecco. Una legge che dica che non si deve uccidere, stuprare e rapinare, suppongo.

Avvocato …

Guardi, che l’essere umano accetti che ci sia una legislazione che dica tutto ciò è una vergogna senza fine. Perché una legge dovrebbe dirmi che non devo uccidere, stuprare, rapinare? Non lo so già da me stesso? Ecco perché non credo in una legge che sia altro rispetto alla morale. Non citiamo l’epitaffio di Kant perché non siamo più liceali che se la tirano, ma io la penso esattamente come lui.

Quindi non crede nella legge ma va a votare.

Cerco di comportarmi esattamente all’incontrario di come si comportano i democratici. Sono coerente.

I democratici credono nella legge?

Per quello che gli serve a contenere i loro istinti bestiali. Per il resto tentano di aggirarla, ma come le dicevo sin dalle prime battute la legge li invita a questo aggiramento. Le dicevo del “quorum” …

Sì.

Molti di coloro che non hanno votato in effetti avrebbero votato no. Ma hanno usato l’astensione come mezzo per invalidare il referendum. Per non far raggiungere, cioè, il quorum. Ora mi dice lei perché esiste questo quorum?

Perché una decisione sia condivisa con certezza dalla maggioranza.

Esatto. Invece così non c’è stata nemmeno la decisione. Non sapremo mai cosa sarebbe successo se ad armi pari il fronte del SI e quello del NO avessero dato battaglia alle urne. Delle due l’una: o il NO era in maggioranza e quindi avrebbe vinto, o il NO era in minoranza e quindi avrebbe perso. Dato che a votare non ci sono andati, ne deduco che pensassero di essere in minoranza. E con il trucco del quorum, cioè invalidando il referendum in toto, non hanno fatto che imporre la decisione di una minoranza ad una maggioranza. La maggior parte di questi, poi, come saprà votano un partito che si chiama democratico: io, per essere antidemocratico, sono quindi andato a votare.

Non siamo certi di avere capito, avvocato, ma ci lasci dire una cosa.

Prego.

Ce l’aspettavamo diverso. Nerboruto, ignorante, antidemocratico, appunto. Invece lei è persona assolutamente distinta, urbanizzata, anche pettinata.

Io fondamentalmente credo nella libertà. La cosa andrebbe per le lunghe, ma in effetti democrazia e libertà nel senso contemporaneo del termine non coincidono. La libertà è anche rinunciare ad alcune libertà. Ma non vi trattengo oltre, siete liberi di andare.

Avremmo rinunciato volentieri alla libertà di andar via per restare a chiacchierare con l’avvocato ***, ma i tempi redazionali ci hanno imposto di farlo. Forse forse ha ragione lui.