I demolitori della Raggi finiranno per favorire Renzi

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di Giuliano Guzzo

Devo dire che mi sfugge il motivo di un certo entusiasmo, a destra come a  sinistra, per il caos sulla Giunta Raggi, ormai da giorni – come se Amatrice fosse stata già ricostruita e i grandi problemi strutturali di questo Paese superati – il tema principale delle cronache. Fatico a comprendere questo entusiasmo, abbastanza evidente, perché francamente inopportuno e fuori luogo. A sinistra dovrebbero infatti sapere – o ricordarsi – che Roma caput mundi, ergo nel momento in cui sulla Capitale incombono nubi è tutta l’Italia, che pure il PD governa, con la sua immagine e la sua presentabilità sul piano internazionale a pagarne le conseguenze; allo stesso modo un centrodestra ancora acefalo e convalescente, senza una guida sicura e senza gambe per correre, ha ben poco di cui rallegrarsi se il fronte grillino dovesse perdere consensi che oggi avrebbero, nel caso, un solo destino possibile: il Partito degli Astenuti.

Il solo che può trarre un relativo vantaggio da questa situazione caotica è Matteo Renzi, non a caso gongolante, l’altra sera, a Porta a Porta. Il Pinocchio di Rignano sull’Arno, infatti, con il Movimento 5 Stelle in panne ha la possibilità – anche in vista di un referendum costituzionale che deve decidersi a fissare, e il cui esito vittorioso pare quanto mai dubbio – di respirare insieme alla maggioranza. Tuttavia anche l’ex Sindaco di Firenze, in realtà, farebbe bene a non illudersi: la base grillina è stata data come in rivolta e irrimediabilmente delusa altre volte, salvo poi restare sul campo senza mortali emorragie di consenso. Una ragione in più, quest’ultima, per evitare festeggiamenti prematuri e tenere a mente una lezione che vale in tanti ambiti della vita, e cioè che l’avversario va battuto sul campo. Tutto il resto, dalle ingenuità alle colpe più gravi, non costituisce alcuna ragione per festeggiare. Soprattutto se c’è di mezzo Roma.

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