“Io sono Libero”: stasera su Rai Uno il ricordo dell’imprenditore vittima della mafia

Sharing is caring!

Cattura-4

 

“Non voglio pagare il pizzo. Perché è una rinunzia alla mia dignità di imprenditore: significa che io divido le mie scelte con i mafiosi”. In un’intervista a Michele Santoro, nel corso di una puntata di Samarcanda, l’11 aprile del 1991, così Libero Grassi spiegava la propria decisione. Erano passati tre mesi da quando, il 10 gennaio di quell’anno, il Giornale di Sicilia aveva pubblicato la lettera al “Caro estorsore” in cui Grassi dichiarava pubblicamente di non voler sottostare alle richieste di pagare il pizzo. Sarebbero passati altri quattro mesi e l’imprenditore sarebbe stato assassinato, il 29 agosto a Palermo. Sono passati 25 anni e in occasione dell’anniversario Rai Uno manda in onda, lunedì 29 in prima serata, Io sono Libero, la docufiction diretta da Francesco Miccichè e Giovanni Filippetto che ripercorre proprio gli ultimi otto mesi di vita dell’imprenditore che decise di condurre una battaglia, solitaria, contro i ricatti della mafia.

Catanese, di famiglia antifascista, l’ingresso nei meccanismi dell’imprenditoria grazie a un periodo a Gallarate, l’apertura dello stabilimento tessile a Palermo alla fine degli anni Cinquanta, Libero Grassi era attivo nella politica, con il Partito Repubblicano. E quando arrivano le prime richieste di racket, esce allo scoperto denunciando gli estorsori. E firmando, di fatto, la propria condanna a morte. Pagherà con la vita la sua opposizione pubblica alla cultura mafiosa convinto, com’era, che la lotta alla mafia dovesse coincidere con la sua professione.

Libero Grassi ha vissuto in anni in cui esisteva una logica di potere e di controllo della città di Palermo totalmente mafiosa. Si è ribellato con il coraggio di esporsi pubblicamente, usando i giornali e la televisione. E con la forza di una vita sempre vissuta, con la moglie Pina Maisano e i figli Alice e Davide, all’insegna dei principi della giustizia, della libertà individuale e della crescita collettiva. Io sono Libero, attraverso la tecnica della docufiction, racconta i mesi in cui Grassi spezzò il silenzio, l’omertà che lo isolò fino a farlo diventare il facile bersaglio di Cosa nostra. Otto mesi di battaglia contro il clan Madonia.

Il protagonista di Io sono Libero è Alessio Vassallo, giovane attore popolare grazie al ruolo di Mimì Augello nella fiction Il giovane Montalbano. Interpreta un giornalista, Marco, personaggio di fantasia che ricostruisce la storia di Grassi. Stella Egitto è Marzia, collega di Marco che aiuta il giovane nel ricostruire la storia. Nel ruolo di Grassi c’è invece Adriano Chiaramida, Alessandra Costanzo è la moglie Pina. Una storia di coraggio, il coraggio di denunciare e di spiegare coscientemente il perché di una ribellione che tutti avrebbero dovuto compiere. E che ha fatto diventare un cittadino comune un punto di riferimento per le generazioni future. la Repubblica