Messina, Stancanelli e Bonaccorsi: “Bianco nega realtà su questione bilanci”

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di Valerio Musumeci

Che la cosa avrebbe fatto rumore era ovvio, che intervenissero tutte le testate catanesi un po’ meno. La conferenza stampa convocata da Manlio Messina, Raffaele Stancanelli e Roberto Bonaccorsi – sulla questione bilanci che negli ultimi giorni vede coinvolta l’amministrazione Bianco, con critiche pesanti della Corte dei Conti che il primo cittadino ha pensato bene di scaricare sul predecessore – ha visto la partecipazione di tutta l’editoria cittadina e nessuno, a leggerne i resoconti, si è annoiato. La questione d’altronde è dirimente per il futuro della città, e se le responsabilità politiche si vanno già delineando – lo sottolinea l’avvocato Stancanelli – quelle amministrative restano da chiarire e l’ex sindaco non ci sta proprio a passare per uno che lascia il bilancio devastato. «Ho il dovere, non soltanto il diritto di dire come sono andate le cose – attacca dopo l’introduzione del consigliere Messina, tra i pochi rieletti all’assemblea cittadina a non aver tradito quell’esperienza di governo – in tre anni nessuno è riuscito a strapparmi mezza parola sull’amministrazione Bianco (chi scrive ci ha provato e non ci è riuscito, ndr), ho ritenuto una questione di stile evitare commenti e attacchi. Ma essendo tirato in ballo su un punto così delicato non posso che rompere il silenzio». 

Facciamo un passo indietro. L’ormai leggendaria conferenza stampa con accredito giornalistico disposto dalla giunta Bianco (sulla quale ci permettiamo di glissare) aveva sostanzialmente presentato alla città la seguente versione: il piano di rientro predisposto dalla giunta Stancanelli avrebbe sofferto di criticità relative sopratutto ai debiti fuori bilancio, causando uno scompenso nei conti e ingenerando la situazione denunciata oggi dalla Corte dei Conti. «Ma il piano è firmato dallo stesso Bianco – sorride l’avvocato – la legge dà la possibilità al sindaco di variare, entro sessanta giorni, il piano ereditato se questo non è ritenuto congruente. E Bianco non solo non lo modificò, ma fece anche un comunicato stampa per l’approvazione». Sul punto è netto anche l’ex assessore Bonaccorsi: «Avrebbero avuto la possibilità di rimodulare il piano come feci io a Giarre insediandomi come sindaco. Un dato poco conosciuto, ad esempio, è che l’approvazione del piano comportò undici milioni di liquidità dalla Regione. Per quanto riguarda poi le previsioni di bilancio era impossibile prefigurare i tagli che sarebbero arrivati successivamente. In definitiva la giunta Bianco protocollò tutto nel settembre 2013 assumendo la responsabilità di quel documento». 

E questo per quanto riguarda il noioso e inconoscibile dato economico. Ma i giornalisti non si sono annoiati, dicevamo, perché uno Stancanelli inaspettatamente goliardico non ha mancato, decidendo di rompere il silenzio, di tracciare un profilo della comunicazione del suo successore a Palazzo degli Elefanti. «Si leggono cose meravigliose nei comunicati stampa del sindaco: “Bianco, ha verniciato una ringhiera”, “Il sindaco Bianco, in tenuta ciclistica, ha percorso…”. Sembra di riandare al Duce che trebbia il grano a torso nudo nelle cronache dell’Istituto Luce. Si parva licet componere magnis», conclude scherzosamente l’ex sindaco. Uno dei giornalisti suggerisce anche il famoso episodio dell’inaugurazione del semaforo a Librino. E le risate si fanno sentire distintamente, superando le linee editoriali e le legittime distanze di pensiero. Sembra di riandare alla conferenza su “Teatro e teatri” dello scorso marzo, quando il comportamento del sindaco riuscì a riunire il mondo intellettuale catanese contro le scelte giudicate improprie dell’Amministrazione. Vedremo se anche questa vicenda avrà un seguito.