“Prima Sigonella, adesso il MUOS”. L’allarme degli attivisti sul dissequestro

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di Redazione

Tornano al centro della scena – in questi tempi di paure sussurrate, di inquietudine crescente, di malumore generale: in questi tempi di guerra, insomma – le antenne abusive degli americani in Sicilia. Certo, adesso non sono più abusive: il Tribunale del Riesame di Catania ha disposto il dissequestro della struttura, dopo oltre un anno di battaglia a colpi di carte bollate tra una parte e l’altra dello Stato. Da un lato i siciliani spaventati dal “muostro” piazzato lì dal padrone americano, e la procura che disponeva il sequestro – il 31 marzo 2015 – per supposti abusi nella realizzazione dell’impianto. Dall’altro lo Stato centrale ansioso di sbloccare la situazione per non scontentare il padrone americano medesimo, il quale per di più da ieri utilizza le basi militari italiane per bombardare l’Isis in Libia. E’ proprio questa singolare coincidenza di tempi – il supporto italiano all’operazione militare USA, e subito dopo il dissequestro del MUOS di Niscemi – ad allarmare gli attivisti che ormai da anni si battono contro una struttura ritenuta pericolosa per la salute e per l’autonomia politico-militare della Sicilia e dell’Italia intera.

«Deve essere un caso, non c’è dubbio. Ieri autorizzavano i droni americani a partire da Sigonella per bombardare la Libia. Oggi dissequestrano il Muos, grazie al ricorso del ministero della difesa italiano. Che tempismo!». Così scrivono sul loro profilo Facebook gli attivisti, aprendo prospettive che se vere sarebbero oltremodo inquietanti. La tradizionale sudditanza dell’Italia nei confronti dell’alleato-padrone americano, sfociata negli ultimi quindici anni in azioni di supporto militare semi-obbligatorio e dall’esito generalmente infausto, giungerebbe con questa operazione ad un livello mai toccato nemmeno da precedenti governi apertamente filo-americani. Della qual cosa non si sente la minima necessità, sopratutto in funzione del fatto che tra pochi mesi un nuovo presidente – che sia donna o miliardario poco importa – siederà alla Casa Bianca. Gli attivisti ci hanno avvertito: sta a noi adesso aprire gli occhi. 

(Foto: Andrea Scarfò)