Viaggio tra i comfort dei pesci catanesi, dalle sedie di plastica alle maschere al petrolio

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di Ruggero Zanetti Megazzini

Vi siete mai chiesti come vivono i pesci nel mare di Catania? Beh, io si, e oggi dopo una lunga intervista a numerosi cittadini del mare sono riuscito a capire la vera importanza delle nostre acque. Un anziano cefalo, che si fa chiamare dagli amici “Muletto”, mi ha detto che nel porto di Catania puoi trovare davvero di tutto. Lui simpaticamente mi ha paragonato il porto di Catania alla fera o l’uni, e in effetti c’è tutto quello che cerchi, dagli apriscatole arrugginiti alle buste di plastica, dalle bucce di arancia alle bottiglie di coca cola. Passeggiando per le vie del mare mi ha fatto notare come i pesci abbiano cambiato le loro voghe alimentari, infatti si trovano sul fondale numerosi piatti di plastica addobbati con posate rigorosamente di plastica e numerosi confezioni di pasta (specialmente Poiatti e Barilla, ma anche De Cecco non manca, ovviamente per i pesci dal gusto sopraffino). Giustamente, dopo un piatto di pasta al nero di petrolio e una bottiglia di vino bianco, per ogni pesce come per ogni cittadino catanese scatta l’ora del pisolino. I pescatori e la gente del quartiere con grande generosità hanno devoluto numerose sedie (di plastica anche queste) al fondale marino, in sostegno dei pesci che dopo aver mangiato si devono necessariamente riposare.

Inoltre, andando dove non si tocca, il “Muletto” mi ha mostrato il museo delle cere, dove sono presenti numerosi pesci e parti del loro corpo che sembrano veri anche se sono immobili e privi di ogni segno vitale. L’amico cefalo è stato cosi gentile da farmi conoscereun forestiero che si è stabilito nel porto, stiamo parlando di Pesce Flauto. Il quale con accento egizian-catanese ci dice che il porto di Ognina offre numerose opportunità di sviluppo per quelli che come lui provengono dal mar Rosso. Dichiara di aver trovato un ambiente “caloroso” come quello di casa sua, e spera che il porto di Catania possa adeguarsi alle temperature dei mari tropicali, diventando una città marina multietnica.

Alle 17:00 circa , il nostro amico Muletto ci porta a prendere una delle specialità di Catania, il Seltz al limone. Arrivati davanti al chiosco, il barista ‘Tanu u Puppu” ci delizia con i limoni che offre il porto, già tagliati e pronti all’uso! Dopo una bella bevuta è giunta l’ora di rilassarsi e esaltare la nostra pelle. Approdati al centro per l’emancipazione della pelle decido di farmi una maschera, la signora Triglia mi consiglia quella al petrolio, dice che ha effetti benefici per il viso. Io ci sto ma prima chiedo se il petrolio è made in Italy (ci tengo ai nostri prodotti e alle nostre bellezze), lei mi risponde di sì, aggiungendo che il porto di Ognina è uno dei maggiori produttori di petrolio al mondo. Accetto il consiglio e mi sottopongo al trattamento. L’indomani mi accorgo di avere una pelle liscia e bella come quella di Patti Pravo. A questo punto non posso che dire ai cittadini Catanesi di devolvere più petrolio al porto di Ognina e invito a tutti quanti ad andare al centro per l’emancipazione della pelle della signora Triglia.