Capire le donne, l’unico superpotere che valga la pena avere

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Communication
Ho sempre voluto avere un superpotere: quello di capire le donne. Eh sì, puoi essere bello quanto vuoi e muscolo più che mai, ma se non capisci le donne dei tuoi punti forti non sai che fartene. Mio padre, a tal proposito, mi ha sempre saggiamente suggerito di lasciarle perdere. Troppo complesse, troppo difficili da comprendere per un uomo – che ragiona con un neurone solo, al massimo due visto che il primo non è proprio un neurone ma qualcos’altroMetaforicamente le donne sono un po’ come le macchine a benzina, cioè si accendono prima e arrivano in netto anticipo alle conclusioni; gli uomini sono più simili alle macchine a diesel, a causa dell’avvio lento e del ritardo su ogni tipo di conclusione (tranne quella).
Però le donne un difetto lo hanno, sentono sempre freddo. Per esempio un’amica mia – una volta che fuori c’erano 40 gradi e un Sole cosi cocente che ti provocava allucinazioni a sfondo politico (io vedevo Renzi rinchiuso nei gulag) – mi disse di sentire un leggero fresco che le avrebbe provocato il torcicollo con tanto di mal di testa. Io non riuscivo a spiegarmi come fosse possibile tutto questo, visto che stavo letteralmente diventando uno mocio Vileda. Eppure lei sentiva freddo.
Un altro difetto delle donne sono i pettegolezzi. Sempre la mia amica è una pettegola DOC (Deve Obbligatoriamente Cuttugghiare), tanto che Maria De Filippi ha voluto il suo autografo, invitandola alla trasmissione più educativa della televisione italiana, che è “Uomini e Donne”. Un recente episodio me lo ha ricordato: eravamo insieme ad un matrimonio e lei con sguardo truce iniziò a giudicare tutte le signore presenti. Ad un certo punto individuò la vittima, ma a causa dell’ eccessiva voga di spettegolare si dimenticò il nome. In compenso mi elencò tutto l’albero genealogico arrivando alla terribile conclusione che questa invitata non si sapesse proprio vestire.
La mia amica – divenuta nel frattempo il giudice Santi Lichieri – dichiara testuali parole: «Mmm, guarda quella, ma dico io, come fai a metterti un vestito verde su una chiesa gialla? La gente non si sa proprio vestire, e poi che brutto, non si abbina neanche con l’asfalto». A questo punto, avendo esaltato le doti della mia cara amica, so di avere firmato la mia condanna a morte. Speriamo che non me ne voglia