Paternò, i due fronti del Pd: una parte con Mangano, l’altra con Ciatto

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Untitled-1 copyA ridosso dei continui colpi di scena politici a Paternò, sarebbe bene fare chiarezza almeno sul primo partito della presunta maggioranza consiliare paternese, cioè il Partito Democratico. All’indomani della elezione di Mauro Mangano a sindaco della città, il partito poteva contare su 13 consiglieri. Giuseppe Gentile, primo degli eletti, è poi quasi subito passato al movimento politico “Il Megafono” del presidente della Regione, Rosario Crocetta. Un altro consigliere, Sergio Signorello, ha nei giorni scorsi lasciato il partito. Stessa cosa hanno fatto i consiglieri Milicia e Cunsolo, che hanno preferito lasciare anche loro il partito. Ma se quattro hanno abbandonato il Pd, uno è entrato: Laura Bottino, presidente del consiglio, ha infatti deciso nelle scorse settimane di aderire al partito.

Il maggior partito di centrosinistra, quindi, si trova a quota dieci consiglieri. E i fronti sono così costituiti: Giancarlo Ciatto, capogruppo dimissionario e poi riconfermato, guida la fronda dei dissidenti contro il sindaco Mauro Mangano. Con lui i consiglieri Filippo Sambataro (anche segretario cittadino del Pd), Nino Valore (in quota “Articolo 4” per Lino Leanza), Ezio Messina e la stessa Laura Bottino. Di contro, i filogovernativi sono: Giuseppe Di Benedetto, Nino Calabrò (vicepresidente del consiglio comunale), Enrico Statelli e Alfredo Sciacca (questi due prima critici e adesso nuovamente pro-Mangano) e Salvatore Campisano, quest’ultimo in realtà in una posizione sostanzialmente equidistante.

Con questa situazione in consiglio comunale, Mauro Mangano ha assoluta necessità di racimolare consensi guardando oltre gli schieramenti politici usciti vincitori alle amministrative nel 2012. Da qui l’iniziativa di aprire ad una frangia dell’opposizione rappresentata in prima istanza dal consigliere Salvo Comis (eletto per la lista civica “Lista Galvagno” per Nino Naso Sindaco). In cambio del “sostegno esterno” (così l’ha definito lo stesso Salvo Comis a Freedom24), Mangano avrebbe già offerto un posto in giunta ad Alfredo Minutolo, vicinissimo allo stesso Comis. L’accordo, per la verità, è frutto di un dialogo più ampio tra il sindaco di Paternò ed il vicesindaco di Catania, Marco Consoli (prima MPA di Raffaele Lombardo ed oggi militante nel Pd), al quale Comis è molto vicino.

CRISI POLITICA NEL TERRITORIO – Mauro Mangano, però, la crisi politica non la vive solo nella sua città. La vive anche e soprattutto coi vertici di tutto il suo partito nel territorio. Enzo Bianco, sindaco di Catania, non condivide né le sue posizioni politiche né quelle amministrative. L’azione di Mangano non va bene nemmeno all’on. Giovanni Burtone, rappresentante di punta del Pd etneo.

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