Paternò, fanno per forza la Fiera di Settembre. Rischio flop

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FOTO-FIERA1-300x199A Paternò torna la Fiera di Settembre. O meglio, una “imitazione” della Fiera di Settembre. Perchè la Fiera di Settembre a cui sono abituati i paternesi è un’altra cosa. Un po’ come Roccanormanna Fest 2014 organizzata questa estate sempre a Paternò, ben diversa per metodo e soggetto organizzatore dalla Roccanormanna d’altri tempi. Ma questa è Paternò, la solita Paternò dove le primedonne hanno sempre voglia di esserlo anche quando non ce lo si può permettere. La Fiera di Settembre da circa un paio d’anni è organizzata sostanzialmente da privati, con un contributo sia pure marginale dell’amministrazione, che invece dovrebbe essere l’unico “soggetto federatore” di forze (anche private) che si dedichino alla realizzazione dell’evento iscritto a statuto del Comune. E invece no. Tra gli organizzatori figurano “Confcommercio” (privato), ProLoco (associazione privata), altre associazioni culturali ed organizzazioni, privati cittadini e, pensate un po’, in collaborazione con l’Ente Comunale. Data: dal 19 al 28 settembre prossimi. Domanda: è possibile realizzare un grande evento com’è Fiera di Settembre in meno di trenta giorni, e pubblicizzarlo a dovere in così poco tempo? E’ possibile trovare gli standisti in numero sufficiente e disposti a pagare per poter presenziare all’interno della Fiera? Di qualche giorno fa persino una diatriba a colpi di comunicato stampa tra presidente di “Confcommercio” e assessore allo Sviluppo Economico del Comune di Paternò, Agostino Borzì. L’uno dava la colpa all’altro. Poi, scoppia l’amore: la Fiera si farà. Per forza.

Ultima domanda: è ipotizzabile possa essere malamente replicato il flop di Roccanormanna Fest, meglio conosciuta come Roccavergogna? Lo sapremo presto. Intanto, sdoganiamo un ragionamento che tutti sanno e nessuno riesce ad ammettere: fare le cose per bene è meglio che farle male. E se i presupposti sono quelli che vanno delineandosi ora dopo ora, forse non sarebbe stato meglio pensare ad altro? D’altronde #roccavergogna insegna.

Andrea Di Bella, direttore editoriale

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