A Paternò il centrodestra non esiste. Va iniziato un percorso di riunificazione

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Italy's former Prime Minister Berlusconi waves during a meeting in Rome

Le ultime elezioni amministrative del 2012 hanno sottolineato a Paternò e ai paternesi un concetto molto semplice: il centrodestra in questa città è maggioritario, pur avendo Paternò un sindaco del Pd. I candidati sindaci dell’area moderata furono due, i cui voti sommati insieme triplicano addirittura i voti delle sole liste messe insieme dal centrosinistra. Senza contare i sostegni trasversali ottenuti da Mauro Mangano proprio da frange del centrodestra che fecero tutto per indebolire la sennò scontata elezione di Nino Naso a sindaco. E’ storia.

Bisogna ripartire dal 2012, dalle Politiche del 2013 e dalle ultime europee: il Pd a Paternò ha messo insieme meno voti in termini assoluti rispetto al dato nazionale. Il peggiore risultato d’Italia il partito di Renzi lo ha ottenuto proprio a Paternò, dove governa un uomo del partito Democratico. Forza Italia è secondo partito, il Pd terzo. Al primo posto ci sono i grillini, ma sappiamo bene che in una competizione amministrativa quest’area politica andrebbe in fondo alla classifica, come è accaduto a Ragalna con Roberto Fonte e la sua per certi versi annunciata dipartita politica. Il centrodestra a Paternò è maggioritario senza nemmeno fare campagna elettorale. Con i dati delle europee, mettendo insieme tutti i partiti dell’area del centrodestra, si raggiunge e si supera il 40%. Se a questo dato aggiungessimo almeno due o tre liste civiche, si supererebbe a mani basse il 50% necessario ad una vittoria al primo turno. Si sta solo perdendo del tempo, e questo i consiglieri di opposizione lo sanno. Ma il Consiglio è pieno – in maggioranza e in opposizione – di donne e uomini che credono di aver vinto un concorso e che per cinque anni debbano prendere il gettone talvolta senza nemmeno mai prendere la parola in assise: restare conviene. L’impegno collettivo viene perseguito da pochi o da nessuno. Le forze politiche extraconsiliari si stanno organizzando, diversi incontri sono già stati promossi ed altri ce ne saranno. Quanto ancora dovremo aspettare prima di riportare al governo della città una forza di governo responsabile?

E’ il momento di mettere da parte stupidi personalismi, di fare tutti un passo indietro e di mettere le basi perchè possa essere iniziato un percorso di ricomposizione totale e completa del fronte moderato. Non servono frammentazioni, perchè hanno solo insegnato che dividersi fa perdere. In Piemonte, nel Lazio, in Sardegna, in Sicilia (Vedasi Musumeci), come anche a Paternò (Vedasi Lo Presti-Naso). O si inizia a ragionare insieme, o sarà finita ancora prima di (re)iniziare.

Andrea Di Bella, direttore editoriale

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