Ogni brutta parentesi è destinata a chiudersi

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resilienza

di Giuliano Guzzo

Le ho scoperte la prima volta studiando matematica, ma ne ho colto il senso solo molto dopo, lontano dai banchi di scuola. Le parentesi sono due onde avvolgenti, il principio dell’involucro, il recinto invisibile che separa senza dividere, che genera attesa ma non crea lontananza. Nella vita, di solito, le parentesi sono di due tipi: spensierate o tristi. Le prime sono quelle che non vorresti chiudere mai, le seconde quelle che non ti spieghi come si possano essere aperte, come abbia fatto tutto quel buio a entrarti in casa così in fretta, quando credevi di essere al sicuro, con le luci accese. Sono i momenti che diventano periodi, i periodi che diventano stagioni; e solo quando tutto finisce ti accorgi che, alla fine, non è stata che una brutta parentesi. Ma parentesi sono anche la passeggiata notturna, una visita inaspettata, il gelato la domenica pomeriggio. La vita stessa, forse, è una parentesi, un lungo viaggio tra due archi di luce che si guardano fino quasi a toccarsi. Da parte nostra, però, sappiamo che non tutto può essere tra parentesi: i momenti passati in famiglia, il primo bacio, l’ultimo giorno di scuola, la volta che abbiamo perso un treno per poi cominciare, all’improvviso, la nostra avventura più bella. Quella che all’inizio temevamo sarebbe stata l’ennesima parentesi.