Gli investitori vogliono Berlusconi fuori. Ecco cosa rischia il Biscione

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di Valerio Musumeci

Mo’ se fossimo nei panni di Berlusconi qualche domanda ce la faremmo. Non tanto sulle Amministrative – che non sono andate malaccio per Forza Italia -, non tanto sul Milan – che se pure si spiccia a venderlo è meglio, il calcio è una cosa seria e sta montando una rabbia pericolosa nel popolo rossonero -, quanto piuttosto sul fatto che alla notizia del suo ricovero al San Raffaele, tre giorni fa, le azioni di Mediaset hanno avuto un’impennata del 2,27%, superando il rialzo di mercato fermo al 2%. In politichese parlando si direbbe che il presunto coccolone abbia galvanizzato gli investitori per ben un terzo di punto, che a Piazza Affari non sono spiccioli.

Coloro che hanno acquistato quelle azioni, in sostanza, vedrebbero positivamente la sua uscita di scena: «Secondo un trader si ragiona sul fatto che se Berlusconi facesse un passo indietro si potrebbero aprire nuovi scenari», riporta l’agenzia Reuters. E non sarà casuale che gli investitori leghino il “passo indietro” alle condizioni di salute del fondatore: sanno infatti che B., finché sarà in vita (o comunque fisicamente e mentalmente valido), non mollerà la presa sull’impero costruito. Anche nel caso di scelte sempre più spesso criticate e talvolta incomprensibili, vedi appunto l’infinito tira e molla sul Milan o alcune operazioni di mercato ritenute sbagliate. Il genio dell’impresa e della finanza ha perduto lo smalto, dicono alcuni. Forse questo incidente cardiaco – la cui natura non si è ancora potuta chiarire – gli farà capire che è giunto il momento di lasciare le redini, sperano altri e in specie chi ha fatto crescere il titolo di quello 0,27%

La verità è che da almeno cinque anni ce la stiamo cantando e suonando a parlare di B. senza avere la più pallida idea di ciò che diciamo. L’uomo non è inquadrabile in categorie, i suoi ragionamenti non sono riproducibili. Si può immaginare ciò che pensa, ma mai prevedere ciò che farà. E’ abituato a far piani e programmi ma alla fine è un amante dell’effetto-sorpresa, o così perlomeno pare dai suoi comportamenti pubblici da venti anni a questa parte. Lo grava il fatto di essere circondato da un branco di mezze calzette: ed è responsabile di aver favorito questo andazzo, prediligendo chi gli accarezzi l’ego piuttosto che chi lo metta di fronte alla dura realtà.

L’unico ad essere sopravvissuto a questo sciovinismo è Fedele Confalonieri: ma è davvero il solo a parlare chiaro col capo, la rimanente marea di dirigenti, manager e persino i figli non sanno che fare se non inchinarsi ad un uomo costituzionalmente ingombrante, certamente unico, pericolosamente narciso. In politica questo gli è servito, lo dicevamo, anche in queste ultime elezioni: la bastonata data a Salvini e Meloni – che di questo si tratta – non è dipesa tanto dalla sua campagna elettorale, mogia come tutte quelle successive al 2013, quanto dalla scarsezza fisiologica di questi personaggi (anzi del solo Salvini: la Meloni è migliore ma deve stare attenta a non restare stritolata nell’asse di ferro con le ruspe leghiste). Al contempo lo costringe a morire sul campo: e sebbene sia stanco, l’uomo si considera intimamente un eroe e si compiace di essere ancora protagonista, ancora necessario, ancora imprescindibile.

Diverso è il discorso parlando di soldi: se gli investitori sono uomini e come tali rispondono a sollecitazioni e sentimenti, il mercato è un mostro senza cuore né occhi che non guarda in faccia nessuno e quando decide di avvitarsi trascina nel gorgo ogni cosa, senza rispetto alla storia e al genio come alla vita e al lavoro. Quello 0,27% è più pericoloso per Mediaset – e quindi per il collettore Fininvest – di quanto non possa sembrare. Se il brand Berlusconi dovesse perdere credibilità al punto da scatenare una dismissione in massa dell’azionariato – se Berlusconi la tirasse cioè per le lunghe come è solito fare – il gorgo potrebbe mangiarsi Finivest prima che la famiglia riesca a pilotarne la crisi.

Gli squali emergerebbero dal gorgo per smembrare il Biscione morente. E il Biscione è importante per l’ecosistema, e l’ecosistema nella metafora è l’Italia. Morale: B. inizi a considerare anche le sue aziende parte della “responsabilità” che dice di sentire nei confronti della politica. Prima di essere sue, esse sono un motore per l’economia e l’occupazione italiana, e gli effetti di una crisi Finivest potrebbero avere conseguenze gravi per tutto il resto del mercato italiano. Per ora si sono avute solo piccole avvisaglie: qualcuno pensa che sia giunto il momento di aprire un nuovo capitolo, e questo qualcuno si allarga a centinaia di migliaia di persone parlando del Milan. Silvio rifletta su quanto a lungo può tirare la corda, anche – è triste dirlo – in casa sua. Lo deve all’Italia.