Che fine hanno fatto i milioni di “Black Lives Matter”?

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di Giuliano Guzzo

Attenzione, la storia di Black Lives Matter si tinge di giallo. Il giallo di circa 60 milioni di dollari che non si capisce bene se – né come – siano stati spesi, tanto che la piattaforma AmazonSmile, che devolve lo 0,5% delle transazioni su determinati prodotti alle Ong che lo richiedono, ha pensato bene di estromettere dal proprio elenco di beneficiari la fondazione di Black Lives Matter (Blmgnf).

Beninteso: non è la prima volta che il movimento sedicente antirazzista e chi lo supporta risulta inguaiato per motivi economici dopo che, un anno fa, si è scoperto come che le fondatrici di Black Lives Matter hanno un passatempo – acquistare delle lussuose ville – non troppo adatto alla loro fede politica marxista. Tuttavia, quanto emerso nei giorni scorsi sulla stampa Usa aggrava la situazione.

Sì, perché 60 milioni di dollari, signori, sono una gran bella cifra. E, come se non bastasse, iniziano a farsi avanti familiari di afroamericani uccisi dalla polizia – due nomi su tutti, Lisa Simpson e Samaria Rice – che accusano Black Lives Matter di non aver mai ricevuto i fondi promessi e questo mentre, «gli “attivisti” hanno usato le immagini dei nostri figli». Non è tutto.

Alcuni media hanno fatto presente un’anomalia. Che è questa: già dai resoconti del 2020 emerge come Black Lives Matter devolva quattrini ad altre realtà, e fin qui nulla di strano. Singolare è però che, tra le sigle beneficiarie di detti aiuti, le organizzazioni di difesa dei transgender sono molte di più che le organizzazioni che promuovono i diritti civili dei neri. Morale della favola, vuoi vedere che l’antirazzismo era solo un pretesto? Giulianoguzzo.com