Paternò, su chiusura ospedale interviene Laura Bottino: “Responsabilità del passato”

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hqdefaultIl Consiglio Comunale di Paternò ad oggi non ha avuto notizia dall’Amministrazione Comunale relativamente alla definitiva chiusura del “punto nascita” di Paternò. Tale notizia che  ci è pervenuta dal comitato cittadino (nato a difesa del Presidio Ospedaliero SS Salvatore), a seguito del suo incontro con  il Commissario straordinario dell’ASP 3 di Catania Rosalia Murè, non può assolutamente essere da noi condivisa.

Riteniamo doveroso però fare alcune precisazioni che ci consentano di non dimenticare  come si sia arrivati alla situazione attuale, perché senza memoria una comunità è destinata al declino e rischia di rimanere per sempre orfana di una prospettiva di sviluppo. Sull’ospedale di Paternò (e non solo sull’ospedale) si è consumato negli anni passati un violento scontro di potere a danno della nostra Città.  Dove erano, allora, tanti di quelli che oggi si ergono a paladini in difesa del presidio ospedaliero quando la nostra Città veniva derubata, in maniera del tutto ingiustificata, del suo Ospedale? La sciagurata decisione non fu allora da tutti contrastata. E fu fatta passare nel più assoluto silenzio. Così, cammin facendo, il problema scomparve dal dibattito pubblico, nel più classico meccanismo di rimozione. Fino a quando non si arriva all’oggi. Appare doveroso, a questo punto, un plauso al comitato che ha avuto il merito di sollevare in maniera energica la “vicenda ospedale” e di rompere il silenzio. Va riconosciuto, in modo altrettanto onesto, che in questa battaglia il comitato non è stato lasciato solo. L’attuale Consiglio Comunale, nell’ambito delle proprie prerogative, ha lavorato in vario modo: la convocazione straordinaria e urgente di una seduta di Consiglio; l’audizione a Palermo in commissione sanità; la partecipazione alla seduta della Commissione regionale Sanità (non si trattava di un Consiglio Comunale come qualcuno ha erroneamente ricordato) nell’aula consiliare di Palazzo Alessi,  presieduta dall’On. Di Giacomo, alla quale era presente l’ass. Borsellino,  la stessa Rosalia Murè allora funzionario regionale, i dirigenti dell’ASP 3 Catania,  il comitato, le associazione, gli operatori sanitari del nostro presidio e tanti cittadini;  l’interlocuzione formale e informale con il Presidente Di Giacomo e con diversi deputati regionali di diversi partiti.

La battaglia da affrontare non era e non è facile, lo sapevamo… lo sappiamo tutti, Paternò partiva nettamente svantaggiata rispetto a Biancavilla. La situazione che ci si è trovati di fronte era esattamente quella che la “storia “sopracitata ci aveva consegnato. In questi mesi molte cose sono cambiate. Non si è ottenuto, purtroppo, il risultato auspicato nel suo complesso, si è certamente riusciti ad evitare che l’ospedale di Paternò venisse totalmente smantellato. Adesso, apprendiamo della decisione di chiudere il “punto nascite”. Ribadiamo, come fatto più volte in questi ultimi mesi, che questa scelta è, secondo il nostro modo di concepire il servizio sanitario cittadino, assolutamente priva di ogni logica  di pianificazione sanitaria che possa definirsi efficace  ed efficiente. L’ospedale di Paternò per la sua collocazione geografica e per la sua storia avrebbe potuto continuare a rappresentare un punto di riferimento per un bacino di utenza assai più ampio di quello che rappresenterebbe Biancavilla; soprattutto per la sua peculiare capacità di drenare il flusso verso la città di Catania che rischierebbe altrimenti di essere congestionata. Noi crediamo che tale scelta provocherà il risultato opposto rispetto a quello che il Piano  si prefigge di raggiungere.

Ancora non è del tutto chiara la cornice entro la quale si è svolta la conferenza dei sindaci che ha “sancito” la definitiva chiusura del nostro punto nascite. Siamo sicuri che su questa  vicenda  nei prossimi giorni sarà fatta chiarezza. Certamente il mantenimento del “punto nascita” era stato uno dei  simboli dell’intera battaglia. Un simbolo non vuoto, ma sostanziale. Perché proprio sul “punto nascite” si era consumata la beffa ai danni della nostra Città. Probabilmente, la caduta di un simbolo – carico di significati – ha offuscato il resto dei risultati ottenuti. Anche grazie alla buona politica. Sulla questione della ripresa dei lavori, il punto sul quale secondo noi si snoda l’intera vicenda e dal quale ha origine tutto quello a cui abbiamo assistito, non può assolutamente essere più sottovalutata. Attendevamo, così come c’era stato promesso dall’Ass. Borsellino, oltre alla sua visita alla nostra struttura, l’avvio di un’indagine tecnica su questo capitolo. Diciamo con forza tutti che non siamo più disposti ad attendere oltre: la questione dei lavori va affrontata con chiarezza una volta per tutte. La battaglia, anche se piuttosto complicata,  certamente non si arresta, continuerà insieme a tutto il comitato e a tutta la Città,  se possibile, ancora con più energia e determinazione.

Redazione

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