Bronte, il carretto siciliano candidato a Patrimonio dell’Umanità UNESCO

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di Barbara Prestianni per Live Sicilia Catania

BRONTE – Una vera e propria esplosione di sicilianità ieri a Bronte. Friscaletti, marranzani, tamburelli, quartane, fisarmoniche. E al ritmo delle loro note i colori caldi della Sicilia. Il rosso di foulard, abiti lunghi e fasce. Il nero dei calzoni abbinati ai gilet. Il bianco di grembiuli smerlettati e di camicie. Il giallo di un sole che dalla mattina non ha smesso di fare sentire che l’estate non è ancora finita E al centro di un assolato quadro vivente della Sicilia che fu, loro. Quei carretti che della terra sicula sono diventati simbolo nel mondo. 

Il Carretto siciliano patrimonio dell’Unesco. È questa l’ambiziosa proposta lanciata ieri dalla Pro Loco di Bronte e dal locale Museo del Carretto Siciliano Gullotti che insieme hanno dato vita al primo “Carretto Sicily Fest”. Pittori, scultori, fabbri, carradori e insieme con loro gli eroi dei poemi epici nelle loro sgargianti armature e i protagonisti di una storia passata che hanno calcato la nostra terra o che hanno vissuto nella pagine dei nostri scrittori. Tutti presenti, nessuno escluso, perché il carretto, nato come mezzo di trasporto, è diventato poi una sintesi di arti diverse per trasformarsi esso stesso in opera d’arte. Storie sacre e storie profane a ricoprire ogni lembo dei cinquanta carretti giunti da tutta la Sicilia. Gli intagli del legno e il ferro modellato a rapire la folla che ha gremito il paese fino al tardo pomeriggio. 

Trentuno i collezionisti arrivati a Bronte da Palermo, Ragusa, Trapani, Messina, Catania, Enna e Agrigento per fare diventare per un giorno il paese etneo capitale della sicilianità. Con loro la speranza che i carretti siciliani custoditi e preservati di generazione in generazione da famiglie di appassionati diventino a pieno titolo patrimonio dell’Umanità. “Non siamo in tanti ma non siamo nemmeno pochi. E oggi ne abbiamo la dimostrazione” con queste parole Alfredo Gullotti, direttore del museo organizzatore, collezionista di terza generazione, ha commentato un evento il cui fine è fare riconoscere il Carretto siciliano non più e non solo come simbolo di folclore ma anche e soprattutto come simbolo dell’identità siciliana. “Oggi è la prima edizione di un evento che vuole diventare itinerante per portare alla luce e valorizzare le tradizioni e i simboli della nostra terra. L’augurio – continua Dario Longhitano, presidente della Pro Loco – è che a breve potremo ritrovarci per festeggiare insieme il riconoscimento da parte dell’Unesco”.

Al di là di una tradizione che deve necessariamente essere preservata, al centro della giornata e della tavola rotonda che ha aperto la mattinata anche le forti potenzialità turistiche del carretto siciliano e della sicilianità tutta. Un turismo che deve puntare, nelle parole dell’assessore regionale al turismo, Anthony Barbagallo, e del primo cittadino, Graziano Calanna, non solo sulle bellezze naturalistiche ma anche su quelle enogastronomiche e su quelle tradizioni proprie della Sicilia che sono eccezionali attrattori. A tal fine, come hanno precisato gli altri relatori intervenuti, tra cui i docenti Pino Aiello, Ignazio Buttitta e Girolamo Cusimano, dell’Ateneo di Palermo, non basta possedere un bene perché questo diventi di per sé attrattore, ma è necessario che questo venga trasformato in prodotto. Essenziale diventa allora fare sistema non solo fra territorio e amministrazione ma anche fra le diverse realtà territoriali per non cadere nell’errore dell’iperlocalismo.