Paternò, intervista a Nino Naso: “Sull’antimafia troppa ipocrisia”

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Nino Naso, ex consigliere comunale di Paternò e già candidato sindaco alle elezioni amministrative del 2012

Nino Naso, ex consigliere comunale di Paternò e già candidato sindaco alle elezioni amministrative del 2012

Aumento delle bollette della fornitura idrica a Paternò. Costi in alcuni casi più alti anche del 60%. Come giudica un fatto simile?
Quello che accade all’azienda idrica è gravissimo. L’acqua è un bene primario, viene ancora prima del cibo. E’ inspiegabile come si siano potute compiere della azioni e procedere sperperando denaro pubblico, vedi due funzionari comunali che costavano zero euro sostituiti con due amministratori esterni nominati all’AMA, e quindi pagati complessivamente circa 36mila euro dai cittadini, più altre consulenze per 10mila euro. Tutto questo sulle spalle dei cittadini e per garantire determinati voti in Consiglio Comunale. Sembra che l’Amministrazione Comunale, lontanissima dalla gente, non stia percependo la situazione. Gente che piange letteralmente perché in pericolo di vera povertà. Credo che si debba intraprendere un’azione forte, perché una famiglia che pagava 50 euro e adesso si trova a pagare importi anche triplicati, non è un fatto accettabile.

Come si spiega il fatto che il bilancio AMA non sia passato dal Consiglio Comunale per l’approvazione?
E’ inspiegabile e serve assolutamente una verifica. Il bilancio dell’AMA, in quanto azienda municipalizzata, deve per forza di cose passare al vaglio del Consiglio Comunale che è l’organo di controllo dell’Ente. E’ la prima volta che sento una cosa del genere.

Negli ultimi giorni si continua a paventare nuovamente il dissesto economico-finanziario.
L’ho detto fin dal primo momento, e non è per fare polemica. Mi sembra che questa Amministrazione navighi a vista, oltre ad essere convinta di poter prendere in giro i cittadini anche sui conti. Paventa il dissesto ed in sede di approvazione del bilancio preventivo in extremis porta l’addizionale Irpef al massimo consentito dalla legge, cioè allo 0,8%. Con i soldi sottratti ai cittadini col prelievo forzato, spende e spande denaro pubblico per spese non necessarie e facoltative, dimostrando in tal modo che non vi era alcun pericolo di dissesto. Adesso è stata nuovamente messa mano all’addizionale Irpef portandola allo 0,4%, dimostrando ancora una volta l’ingiustificato aumento di quello che non ho avuto mai paura a definire un salasso per i cittadini. Vorrei ricordare ancora una volta le anticipazioni fatte dal Comune di Paternò all’Ato Simeto Ambiente, società in liquidazione, per centinaia di migliaia di euro. Addirittura vengo a conoscenza del fatto che da giorni non vengono pagati gli stipendi ai dipendenti. Devo dire che questo è un bel cambiamento, e difatti non ricordo a memoria che sia mai accaduta una cosa del genere.

E’ un problema anche di ordinaria amministrazione?
Soprattutto. Non riesco materialmente a comprendere come si sia potuti arrivare ad un livello simile. E non capisco nemmeno come in altri Comuni a noi vicini problematiche ordinarie sono affrontate degnamente, mentre a Paternò anche una buca su una strada provocata dal maltempo o dall’incuria viene lasciata lì per settimane ed anche mesi. Per gestire e scerbare i cimiteri passano mesi, il problema del randagismo non è per nulla attenzionato. Eppure le tasse sono al massimo. I cittadini pagano a fronte di servizi che sono sotto gli occhi di tutti.

Ma lei non era per l’addizionale Irpef allo 0,2%?
Certo, ma a fronte di una seria controprogrammazione dei costi dell’ente ed anche dei ricavi. Fino a che non impareremo a pensare alla macchina pubblica della città come ad una azienda, avremo solo perso tempo prezioso. E’ facile aumentare le tasse, ma un’Amministrazione seria ha il dovere preciso di curare attentamente le entrate, cosa che non ha fatto questo sindaco. Vedi la gestione delle strisce blu, della pubblicità, dei passi carrabili ed altro.

A sentirla, quando si andrà a votare tra un anno questa Amministrazione lascerà in eredità una situazione drammatica.
Non ho paura a dire che l’ex sindaco Pippo Failla lasciò quantomeno a questa Amministrazione un bilancio in ordine, rispettando gli equilibri e garantendo l’essenziale alla città. Non credo si possa dire lo stesso dell’Amministrazione Mangano.

Quale deve essere la reazione a quelle che appaiono come delle vere e proprie irregolarità delle finanze pubbliche della città?
Una programmazione seria e attenzione vera. Una famiglia non può essere chiamata a pagare 600 euro di tassa sui rifiuti mentre altre cinque famiglie non pagano nulla. Io dico che è giusto pagare le utenze ma a fronte di un servizio vero e garantito nel tempo. I cittadini, a queste condizioni, sarebbero a mio avviso anche ben disposti a pagare. Pagare tutti per pagare meno. Ma se la tecnica che si adotta è quella del salasso, a fronte di servizi scadenti e con le piazze ridotte ad un immondezzaio, allora viene da dire che è quasi una istigazione all’evasione. Come si fa a pagare per dei servizi del genere? Avevamo la differenziata al 65%, adesso è scesa sotto il 21%. Chi riesce a spiegare una cosa del genere? Chi controlla? Chi fa le contestazioni alle ditte? Chi si assume la responsabilità di trovare soluzioni? I cittadini non sono stupidi.

In questa edizione titoliamo “Servono le denunce”. Se lei fosse stato consigliere comunale, a sentire tutte queste cose come avrebbe agito?
Io, pur non avendo avuto ruoli politici in questi ultimi quattro anni, ho agito direttamente anche con le denunce. Insieme ad un comitato spontaneo di cittadini abbiamo inoltrato delle denunce serie e bene articolate. Per quanto mi riguarda, da cittadino credo di avere fatto il massimo che poteva essere fatto. A me piace la concretezza e la coerenza. E credo di avere dimostrato di essere stato sia concreto che coerente in tutta la mia vita.

Cosa rimprovererebbe a questa Amministrazione sul piano politico ma anche personale?
Mi ha intimamente ferito il fatto di avere perso un finanziamento da un milione di euro per Santa Barbara, di cui mi ero personalmente impegnato nella scorsa campagna elettorale. E poi dico che serve un programma che parta dall’ordinario. Una buca in strada deve essere manutenuta al massimo entro 48 ore. E così per la manutenzione delle piazze e di ogni luogo pubblico e per l’illuminazione. E poi una capacità interlocutoria anche con gli organi sovracomunali come Regione e Governo nazionale, tutti enti con cui Mauro Mangano era perfettamente in grado di interagire, soprattutto sul piano politico. Evidentemente qualcosa non ha funzionato. Dall’altro lato è mancata totalmente un’apertura ai professionisti e agli imprenditori. E’ necessario fare uno sforzo sinergico, per mettere insieme il meglio e promuovere azioni concordate tra Amministrazione e quella cittadinanza attiva nel mondo delle professioni, creare progetti competitivi e chiedere all’Europa e alla Regione di finanziarceli. Esistono tanti professionisti disposti a scommettersi e a confrontarsi tra loro. Lo sport, il nostro calcio è totalmente sparito. Le associazioni lasciate allo sbando. Chiuso il punto nascita del nostro ospedale ed anche la pediatria, chiusa la Serit, chiuso il tribunale. E poi il contatto coi cittadini. I cittadini il sindaco lo vogliono nelle strade, dentro i negozi, nei quartieri e nelle piazze a dialogare, per capire e comprendere bene le problematiche e le esigenze. In un momento di crisi enorme, oggi per i cittadini anche una parola di conforto e di comprensione rappresenta un’azione significativa anche sul piano politico. Serve la politica degli investimenti, ma anche e soprattutto la politica sociale. Il sindaco deve essere manager ma anche buon padre di famiglia.

Lei è stato assessore, fiore all’occhiello era Roccanormanna e Fiera di Settembre. Cosa pensa che accadrà in questa estate che sta per arrivare?
La mia speranza è che facciano qualcosa che possa fare respirare la città e i cittadini. Resto comunque molto dubbioso. Ripeto: serve programmazione. Un programma che duri quanto tutto il mandato, che preveda ogni azione da intraprendere nel medio e lungo periodo, non vivere fronteggiando l’emergenza del giorno dopo. Siamo invece diventati piano piano la città dell’antimafia di facciata. Anziché essere una città competitiva ancora sull’agrumicultura e sul turismo, siamo diventati la città che presta il fianco alle passerelle dell’antimafia. Basta con questa ipocrisia, si pensi allo sviluppo serio di Paternò. Esistono difficoltà serie anche nel consorziarci con altri Comuni su attività specifiche. Parlo con altri amici sindaci delle città vicine che dicono molto male di Paternò e dei suoi attuali amministratori.

Nella sua ultima intervista a Freedom24, ci disse che “Se i cittadini me lo chiederanno, sarei disposto a riprovarci”. Si riferiva alla sua eventuale ricandidatura a sindaco di Paternò. Com’è andata? I cittadini gliel’hanno chiesto abbastanza?
Nella vita bisogna stare sempre coi piedi per terra. I cittadini li ho incontrati, li incontro e li incontrerò. Mi sento paternese dentro, e vedo Paternò e i paternesi come fossero la mia famiglia. Che dire? I cittadini il sindaco lo vogliono sul territorio a risolvere i problemi, e soprattutto lo vogliono scegliere dal basso senza imposizioni da parte di nessuno. Un sindaco competente, con esperienza e che ci metta anche il cuore.