La guerra tra Israele e Iran ha raggiunto nella notte nuovi livelli di ferocia. Una raffica di missili balistici iraniani ha colpito Tel Aviv e Haifa, causando otto morti nel cuore di Israele. Teheran ha esultato per il “successo” dell’operazione e minaccia attacchi ancora più devastanti contro obiettivi vitali israeliani.
Questa mattina, nuove sirene d’allarme sono risuonate a Cesarea (dove si trova la residenza del premier Benjamin Netanyahu), Hadera, Pardes Hanna, Jisr a-Zarqa e altri centri nello Sharon, a sud di Tel Aviv, per la presenza di droni iraniani.
Nel frattempo, fonti iraniane denunciano un attacco israeliano contro l’ospedale Farabi di Kermanshah, nell’ovest dell’Iran. L’IDF rivendica la piena superiorità aerea su Teheran e sostiene di aver neutralizzato missili israeliani diretti al sito nucleare di Natanz, secondo quanto riferito dall’agenzia iraniana Tasnim.
Il bilancio è drammatico: almeno 224 morti e oltre 1.200 feriti in Iran da venerdì, riferisce il ministero della Salute iraniano. In Israele si contano 24 vittime e quasi 600 feriti, 10 dei quali in condizioni gravi.
Sul piano diplomatico, Mosca si dice pronta a mediare e persino a rimuovere l’uranio arricchito in eccesso nell’ambito di un eventuale accordo nucleare. Ma arriva il no secco dell’Unione Europea: “La Russia non ha alcuna credibilità, non può essere un mediatore obiettivo”, ha dichiarato Anouar El Anouni, portavoce della Commissione Ue.
Intanto, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, in una telefonata con il candidato riformista iraniano Masoud Pezeshkian, ha ribadito che la Turchia è pronta ad assumere un ruolo di facilitatore per garantire la fine immediata del conflitto.