Adrano, invasione di immigrati africani

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immigrati clandestini adranoDifficile dire in quanti sono, forse alcune decine, ma sembrano molti di più perché li vedi ovunque. Sono i giovanissimi immigrati originari del Nord Africa, che da diverse settimane sono “sbarcati” anche ad Adrano, forse provenienti dal centro di accoglienza del Cara di Mineo, da dove sarebbero fuggiti. Non passano inosservati perché bivaccano in varie zone del territorio adranita: con zainetto sulle spalle, capellino in testa e cuffiette alle orecchie, per ascoltare la musica, chiedono l’elemosina agli incroci, davanti i supermercati e anche negli uffici pubblici. Sono i nuovi disperati sparsi in vari centri della provincia di Catania, vivono di espedienti, vendono qualche cd musicale, ma sperano soprattutto nella solidarietà e nella generosità dei cittadini.

Età media 20 anni, non hanno lo sguardo cattivo e rispondono con un mezzo sorriso a chi gli nega l’elemosina con un “mi dispiace non ho spiccioli”. «Ho 22 anni e vengo dalla Nigeria – dice in un italiano stentato il giovane immigrato che ieri chiedeva l’elemosina agli automobilisti in transito in via Cappuccini – spero di raccogliere i soldi del biglietto per tornare a Catania». Ma dove dormono questi giovani? forse qualche notte l’hanno trascorsa nella villa comunale di Adrano, ma un tetto lo hanno trovato soprattutto in qualche casolare di campagna abbandonato o nelle stazioni interrate della Fce. «Spesso si mettono agli ingressi dei supermercati – dice un operatore commerciale – e notiamo che i clienti si infastidiscono. La gente viene qui per risparmiare pochi euro e poi li devono dare in elemosina. Purtroppo i tempi sono brutti per tutti, magari potessimo aiutare davvero questi ragazzi». «Questi disperati si aggiungono alle già tante famiglie bisognose – dice il parroco dei Cappuccini, frate Mario Domina – ieri abbiamo consegnato in parrocchia buste di generi di prima necessità a 60 famiglie bisognose, molti sono stranieri. Dobbiamo fare in modo che questi ragazzi siano una risorsa nom un problema».

La Sicilia – S. Sidoti

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