Paternò, il consigliere Cirino (NCD): “Moderati sono maggioranza”

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pietro piero cirinoCome si colloca Nuovo Centrodestra all’interno dello scenario politico a Paternò?
La linea politica del partito è fortemente determinata nel persistere verso la decisa opposizione ad un’amministrazione che si è dimostrata inadeguata ad affrontare le criticità socio-economiche della nostra comunità e del nostro territorio. Avevamo inizialmente tenuto un profilo collaborativo, con forte senso di responsabilità, immaginando che la proposta politica del sindaco Mangano e le sue false illusioni di cambiamento potessero in qualche modo dar corso ad un reale processo riformista. Purtroppo abbiamo subito compreso di essere piombati in una delle esperienze amministrative più devastanti degli ultimi venti anni, senza una reale strategia politica di sviluppo, senza una organica idea di governo del territorio e, cosa più grave, con la totale assenza dell’indispensabile contatto tra cittadino ed istituzioni. Se questo è il cambiamento promesso, meglio ridare la parola ai cittadini e tornare alle urne.

Secondo lei è ancora possibile una ricomposizione totale di quello che viene ormai definito “fronte dei moderati” a Paternò?
Sono assolutamente convinto che il cosiddetto “fronte dei moderati” a Paternò rappresenti ancora la maggioranza dei nostri concittadini, buona parte dei quali avevano orientato il loro consenso su Mangano affascinati dalle sue false illusioni di una politica “nuova”. La fortissima delusione che pervade oggi la città, mi induce a ritenere che sia necessaria una spinta  riaggregativa che ponga al centro del dibattito politico tutta una serie di questioni che l’attuale amministrazione ha totalmente disatteso: il miglioramento della qualità dei servizi, le coerenza delle scelte urbanistiche verso reali azioni di sostenibilità, l’ulteriore miglioramento delle dotazioni infrastrutturali della città e, soprattutto, la politica di alleggerimento della pressione fiscale attraverso la reale ottimizzazione della macchina amministrativa. Queste sono le priorità su cui sentiamo la necessità di ricostruire la convergenza politica dei cosiddetti “moderati” che vada oltre gli schieramenti tradizionali (che giudico francamente ormai superati), ma che vada soprattutto oltre questa esperienza amministrativa che – come ho già altre volte sostenuto – considero davvero conclusa.

Il gruppo degli undici consiglieri comunali dichiaratisi “anti-tasse” e “anti-Mangano” crede possano intraprendere un percorso anche elettorale, oltre che consiliare?
Se questo gruppo di consiglieri saprà coltivare le ragioni che sino ad oggi hanno caratterizzato questo percorso realmente innovativo, dando dimostrazione di non essere solo “anti-Mangano” (cosa che oggi potremmo considerare come sparare sulla croce rossa), ma molto più “anti-tasse” e soprattutto a sostegno di tutte quelle azioni che possano connotare la condivisione di un vero progetto politico riformista, allora credo che sia già il momento di superare la mera fase dell’aggregazione consiliare per riportare il dibattito politico fuori dal palazzo, tra la gente, nel tentativo assai difficoltoso di rigenerare l’attenzione dei cittadini verso una politica locale che questa esperienza del Sindaco Mangano ha ridotto ai minimi termini.

Come reputa il fatto che cinque consiglieri comunali che si dicono di opposizione sostengano di fatto l’amministrazione comunale in assise?
Non posso esprimere pregiudizio per il fatto che questi consiglieri, pur di opposizione, scelgano di sostenere di fatto l’amministrazione compiendo peraltro atto di estremo coraggio (trovarsi oggi dalla parte di Mangano e davvero una scelta impopolare). Quello che fa gridare allo scandalo è piuttosto la scelta degli atti consiliari per i quali hanno deciso di affiancare l’amministrazione: ebbene, sostenere la maggioranza del sindaco Mangano per partorire degli atti che graveranno i cittadini di maggiori tasse in un momento così difficile, credo sia una colpa inescusabile. Ma i cittadini, come sempre, sono più avanti della politica e credo abbiano ben compreso chi sta navigando verso il bene comune e chi no.

Crede che il presidente del consiglio, Laura Bottino, sia in qualche modo mai venuta meno al suo ruolo di terzietà nell’esercizio delle sue funzioni?
Non credo molto, francamente, a questa figura barocca del presidente del consiglio totalmente avulso dal contesto storico: la funzione di garanzia e di equilibrio nella gestione dei lavori consiliari non può impedire al Presidente di svolgere il proprio immancabile ruolo politico, trattandosi della seconda carica comunale. Peraltro, in un momento in cui la figura del sindaco è offuscata dalle mille ombre di inefficienza, credo che il ruolo politico del presidente del Consiglio Comunale assurga a primaria immagine di buona politica. Credo anche che Laura Bottino stia svolgendo il suo ruolo con serietà ed impegno.

Tra gli addetti ai lavori, si parla già di progetti futuri, di leadership, di programmi e di possibili coalizioni in vista del voto?
Non voglio assolutamente fare tatticismi, ma credo sia realmente prematuro pensare in termini di leadership. E’ molto più concreto ed attuale, come ho già detto, il tentativo di definire una piattaforma comune su cui ricostruire un’esperienza politica innovativa che non deluda stavolta le tante aspettative di questa Città.

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