Sydney, ostaggi in un bar. Issata la bandiera islamica

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sydney_2-U43030410509211TOI-U43050447202910H2E-1224x916@Corriere-Web-Nazionale-593x443Ostaggi spinti con le mani in alto contro le vetrine di un caffé di Sydney. Un drappo nero con la scritta in arabo “C’è un solo Dio”. È l’immagine che da ore scorre sulle televisioni australiane. L’incubo è cominciato alle 9.45 di lunedì mattina, ora dell’Australia, la notte di domenica in Italia. Un uomo armato è stato visto entrare nel Lindt Chocolate Cafe di Martin Place, nel distretto centrale di Sydney. Proprio davanti al locale c’è la redazione di Channel Seven, la tv locale che ha dato l’allarme e ha cominciato a trasmettere l’assedio in diretta.

Nel pomeriggio (intorno alle 7 del mattino in Italia) non era ancora chiaro il numero degli ostaggi e il movente. All’inizio si era parlato di 13 persone, ma poi si è saputo che il Cafe di Martin Place ha 10 dipendenti, tra commessi e pasticceri e che all’interno ci sarebbero stati forse 30 clienti. In tutto forse una quarantina di persone tenute sotto mira da almeno un uomo armato. Alcuni degli ostaggi sono stati costretti ad addossarsi davanti alle vetrine, forse come scudi umani o forse per alzare la tensione. Ed è spuntata anche la bandiera con la scritta in arabo, che secondo qualcuno ricorda quelle portate dai guerriglieri dell’Isis in Iraq e Siria. Ma la situazione è tutta da chiarire.

Poco prima delle tre del pomeriggio tre persone sono state viste uscire di corsa da una porta sul retro del locale. Non si è saputo subito se siano riusciti a fuggire o siano stati rilasciati.

Gli uomini dell’antiterrorismo australiano si sono subito schierati davanti al locale, a pochi passi dalle vetrine, protetti da scudi tattici e con armi di precisione in pugno. Una situazione di stallo angosciante che si è protratta per ore. In città si sono moltiplicati allarmi, con segnalazioni di pacchi sospetti: sono state evacuate la Biblioteca, uffici governativi, anche l’Opera House, l’icona della capitale del Nuovo Galles del Sud. A un certo si è diffusa la voce che il traffico aereo su Sydney era stato sospeso.

In tarda mattinata il premier Tony Abbott ha parlato alla nazione dalla capitale Canberra. «Siamo di fronte a un fatto allarmante e terrorizzante, preghiamo per le persone coinvolte. Non sappiamo se sia un incidente politicamente motivato, anche se ovviamente ci sono alcune indicazioni in questo senso. La nostra polizia è addestrata a ogni evenienza, eravamo pronti», ha detto. Abbott era al corrente di minacce terroristiche ricevute dal governo australiano, che è stato il primo a scendere in campo al fianco degli americani per cercare di fermare l’avanzata dell’Isis in Iraq. Ma tutto, come detto, è da verificare. Dal movente al numero delle persone coinvolte nell’azione.

Il commissioner Andrew Scipione, capo della polizia del New South Wales, ha parlato di un solo uomo armato e ha detto che ancora nessun contatto diretto era stato allacciato. «Abbiamo mobilitato centinaia di agenti, l’obiettivo è di concludere la vicenda in modo pacifico», ha detto l’ufficiale. Poi ha smentito che in città ci siano altre situazioni di «incidente» in corso. Anche sulla bandiera nera con la scritta in arabo il commissioner Scipione ha ribadito: «L’abbiamo vista, stiamo cercando di capire che cosa rappresenti ma non intendo speculare oltre al momento».

Pare che l’uomo armato visto entrare nel Lindt Chocolate Cafe avesse con sé una borsa sportiva. Potrebbe esserci dell’esplosivo? O caricatori per la sua arma? Un testimone ha detto a Channel Seven: «Quando quello è entrato io stavo uscendo, ci siamo guardati, sembrava calmo». Secondo questa ricostruzione nel locale c’era una dozzina di clienti seduti ai tavoli al momento. Ma altre voci parlano di numeri più alti. E un altro testimone, Craig Stoker, ha riferito: «Mentre andava verso l’ingresso mi ha urtato con una borsa pesante, dentro c’era qualcosa di duro. Gli ho detto «Che cavolo fai, guarda come ti muovi». Lui si è girato e mi ha risposto: “Vuoi che spari anche a te?”. Aveva gli occhi da matto». Stoker sostiene che con l’uomo della borsa c’erano altri due, vestiti allo stesso modo, maglietta nera con scritta bianca. Il drappo nero che spunta da una vetrina porta la scritta in arabo “Non c’è altro dio al di fuori di Dio, Muhammad è il suo messaggero”. Le mani di due ragazze, tremanti, sono appoggiate proprio davanti a un’altra scritta di auguri sulla vetrina: “Merry Christmas”.

Il luogo preso di mira è quello di Martin Place, un’area commerciale dove hanno sede la Reserve Bank of Australia, diverse banche commerciali, e vicina al Parlamento del Nuovo Galles del Sud. Evacuati tutti i palazzi vicini, compresa l’Opera House. Secondo un responsabile della Lindt, nel caffè lavorano circa dieci persone e probabilmente all’interno dell’esercizio commerciale c’erano una trentina di persone. L’Australia già da qualche mese aveva elevato il livello di allerta da medio ad alto. Sono almeno un centinaio infatti gli australiani entrati a far parte dei gruppi terroristici islamici. E asettembre un maxi blitz della polizia australiana sventò un attacco da parte di una cellula dell’Isis che voleva rapire una persona e decapitarla filmandone l’esecuzione.

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