L’analisi del voto delle Regionali di domenica dimostra che, in realtà, il Movimento 5 Stelle rafforza il suo consenso. Ecco il confronto con quanto accaduto in Lombardia, Lazio e Molise.
Dopo lo spoglio delle schede delle elezioni regionali in Friuli Venezia Giulia un coro unanime di osservatori ha segnalato la netta sconfitta del Movimento 5 Stelle, formazione ‘colpevole’ di essersi fermata al 19,2% di consensi, esattamente 8 punti più in basso rispetto al 27,2% di voti incassati alle Politiche del 24 e 25 febbraio scorso nella stessa circoscrizione. In realtà, ad un’analisi attenta, il dato relativo al partito di Beppe Grillo è tutt’altro che negativo. Per diverse ragioni.
ELEZIONI DIVERSE – Innanzitutto è bene ricordare che in Friuli si è votato per il rinnovo del Consiglio regionale (non per eleggere – quindi – deputati e senatori) con un sistema elettorale nettamente diverso dal Porcellum previsto per le Politiche (metodo proporzionale con lista bloccata e premio di maggioranza alla prima coalizione). Non si tratta di un piccolo dettaglio. Alle Regionali, infatti, i rappresentanti dei cittadini (i consiglieri) vengono scelti attraverso lo strumento della preferenza, un metodo che lega fortemente il livello di consenso complessivo delle liste al consenso ottenuto dei singoli candidati consiglieri, ed è possibile – oltretutto – effettuare il voto disgiunto per indicare un aspirante presidente e un aspirante consigliere di diversa coalizione ed orientamento politico. Questo differente sistema di voto rende necessario che i dati di elezioni regionali vengano confrontati con i numeri di altre simili consultazioni locali.
MEGLIO DI LOMBARDIA E MOLISE – In Friuli Venezia Giulia – dunque – il candidato alla presidenza del Movimento 5 Stelle, Saverio Galluccio, ha ottenuto un livello di consenso (il 19,2%) superiore agli aspiranti governatori che lo stesso partito, non più tardi di due mesi fa, aveva presentato alle Regionali in Lombardia e in Molise, e di poco inferiore ai voti conquistati in Lazio. La candidata al Pirellone Silvana Carcano il 24 e 25 febbraio, ad esempio, nonostante il ‘traino’ della campagna elettorale nazionale di Grillo, si è fermata al 13,6%. Il molisano Antonio Federico ha incassato il 16,8%, mentre nella sua stessa Regione al Senato il M5S volava al 26,6%. Davide Barillari, in corsa per la Pisana, due mesi fa ha raggiunto il 20,2%, mentre al Senato la lista Grillo saliva al 26,9%. E non solo.
TANTI VOTI DISGIUNTI – Il ‘marchio’ Movimento 5 Stelle ha dimostrato con le elezioni in Friuli di avere conquistato oggi nell’elettorato maggiore appeal di ogni altro partito concorrente. Il candidato governatore Galluccio è riuscito a portare a casa ben 5,5 punti percentuali di consensi in più rispetto ai voti dei candidati alla carica di consigliere che al suo fianco hanno partecipato alla campagna elettorale sul territorio. La nuova governatrice Debora Serracchiani (39,4%) ha ottenuto solo qualche decimo di punto in più dei voti incassati delle sue liste (39%). Il presidente uscente Renzo Tondo (39%) ha perso 6,2 punti di consenso in meno rispetto ai partiti a suo sostegno (45,2%). Da questi dati si evince che negli ultimi due mesi – dunque – il voto di opinione a favore del Movimento 5 Stelle è chiaramente incrementato. La Carcano aveva addirittura perso o,7 punti dalla lista grillina (14,3). Barillari era salito a +3,6 dal 16,6 del partito. Federico in Molise si era spinto fino a +4,6 punti dal 12,2% dei candidati consiglieri.
RAPIDO BOOM – Anche spingendo lo sguardo più indietro è possibile dare una connotazione positiva al risultato di Grillo in Friuli. Alla buona riconferma del trend delle Regionali di febbraio bisogna infatti aggiungere l’esplosione di consenso rispetto a quanto raccolto nei primi di attività del partito. Alle precedenti consultazioni friulane vinte da Tondo (nel 2008) il Movimento 5 Stelle non era presente e, nel 2010, quando si votò in altre 13 Regioni, i grillini non erano andati oltre il 7% in Emilia Romagna (con Giovanni Favia candidato predidente). Davide Bono in Piemonte ottenne il 4,1%. Vito Crimi in Lombardia il 3%. David Borrelli in Veneto il 3,1%. Roberto Fico in Campania solo l’1,3%.
I SONDAGGI NAZIONALI – Che il dato di Galluccio non può destare preoccupazione lo dimostrano poi gli ultimi sondaggi sul consenso ai partiti effettuati su campioni rappresentativi dell’intero elettorato italiano. Stando ad esempio all’ultima rilevazione dell’istituto Emg (realizzata il 18-19 aprile e diffusa ieri durante il Tg di la7) il Movimento 5 Stelle se si votasse oggi otterrebbe il 29,1% dei voti (3,6 punti in più dal 25,5% delle Politiche). Per Tecnè (dati raccolti per Sky) il partito di Grillo vale invece il 24,2%. Per Swg (cifre pubblicate ad Agorà) il 24%. Per Piepoli (sondaggio per Affaritaliani) il 24,5%. Per Ipsos (Ballarò) il 24,5%. Per Lorien Consulting (Italia Oggi) il 29,3%. Per Ispo Ricerche (Corriere della Sera) il 23,7. Per Euromedia Research (Porta a Porta) il 23,7%.
IL CONFRONTO POLITICHE-REGIONALI – Un ipotetico (ma – come abbiamo spiegato – poco attendibile per una valida analisi dei flussi elettorali) confronto tra elezioni Regionali e Politiche segnala un calo del Movimento 5 Stelle quantificabile in circa 25mila voti. In Friuli la lista di Grillo ha ottenuto lo scorso 24 e 25 febbraio 196.218 voti (con affluenza al 77,19%). Domenica e lunedì scorsi la partecipazione degli aventi diritto al voto è poi scesa al 50,48%. Se alle Politiche si fosse verificata un’affluenza così bassa (a parità di livello di consenso) il M5S avrebbe conquistato circa 128mila voti. Il candidato governatore Galluccio si è fermato poco oltre i 103mila.
di Donato De Sena
@donatodesena