Paternò, Laura Bottino risponde a editoriale Freedom: “Devo confessare che mi affascina raggiungere la vetta”

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Bottino-1716x700_cIL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI PATERNO’, LAURA BOTTINO, RISPONDE CON UNA LETTERA INDIRIZZATA AL DIRETTORE EDITORIALE DI FREEDOM24, ANDREA DI BELLA, IN RIFERIMENTO AL FONDO PUBBLICATO SULL’EDIZIONE DI FREEDOM24 PUBBLICATA LO SCORSO 9 AGOSTO. DI SEGUITO LA REPLICA INTEGRALE.

Egregio Direttore,

le scrivo in riferimento al suo fondo del 9 agosto scorso perché ritengo doveroso fare alcune considerazioni. Volendo rimanere all’interno della metafora da lei utilizzata le dico subito che piuttosto che scalare la cima, quando mi è capitato di recarmi nella nostra meravigliosa Etna, ho sempre preferito passeggiare lungo i sentieri tra i boschi, dove è possibile intravedere la luce che filtra tra i rami, dove è più facile sentire il suono degli animali, o delle foglie che si muovono trasportate dal vento. Non le nascondo che mi  affascina anche l’idea di poter raggiungere la vetta più alta, la cima, da dove è possibile ammirare il panorama,   ma bisogna essere consapevoli che questo può avvenire solo se la montagna è stata attraversata tutta, con il ritmo e la serenità giusta, se ne è stata affrontata e conosciuta ogni sua singola parte, senza avere fretta. Ecco, se con una similitudine vogliamo paragonare la montagna alla politica,  non sto certo cercando di scalarne la vetta, sto semplicemente attraversandone i sentieri per imparare a conoscere ciò che essa è in grado di offrirci.

Ma ritornando a noi, e uscendo fuori dalla metafora, vorrei precisare che in questi due anni ho semplicemente cercato di vivere con serietà e impegno, il ruolo che i miei elettori prima e il Consiglio Comunale dopo hanno voluto assegnarmi. Da Presidente del Consiglio Comunale ho cercato, con  lo stile che mi appartiene, di rispettare  ciascun Consigliere Comunale a prescindere dal gruppo di appartenenza, nella consapevolezza che ciascuno di essi rappresenta un pezzo della nostra città, da Super Partes, mi dispiace non poterla smentire, ma ritengo che questo debba fare il Presidente di un Consiglio Comunale eletto dai cittadini in maniera democratica con qualsiasi legge elettorale.

Ho voluto, a mio modo, ridare dignità al Civico Consesso, spesso ridotto, suo malgrado, a servo dell’amministrazione di turno, nel rispetto delle proprie prerogative  e delle proprie competenze, cercando di far si che questo luogo diventasse luogo di incontro “con” e di tutta la Città, di confronto e di dibattito politico. Aver aperto in momenti significativi della vita della nostra comunità  il Palazzo alle Scuole, alle Associazioni, ai Professionisti, ai Cittadini, all’Arte, alla Cultura, al Volontariato, alla Musica, per far diventare questa casa un luogo di riflessione sui temi e sui problemi del nostro territorio, non credo voglia dire approfittare di qualcosa, ma semplicemente fare il proprio dovere nel luogo, nel tempo e nel ruolo in cui si è stati chiamati a farlo. Abbiamo affrontato  temi quali il PRG, i Liberi Consorzi, per ricordare quelli da lei citati, perché era nostro preciso dovere farlo. Come ho già avuto modo di dire,  la gestione e l’amministrazione della città spetta al Sindaco e alla sua giunta e nessuno può, nel bene e nel male, sostituirsi ad essi; al Consiglio il compito di ascoltare la città, per indirizzare  e controllare l’azione politica dell’Amministrazione, ove possibile.

Ho  inteso esercitare il mio ruolo, non da semplice passacarte, ma  ho provato ad ascoltare i bisogni e le esigenze dei singoli cittadini e della Città nel suo complesso. Ho provato ad incontrare “tutta la Città” e contribuire a mettere insieme, le varie parti di essa, che – diciamocelo – è spesso assai frammentata anche, ma non solo, a causa di una politica che non sempre ha saputo guardare il bene della comunità, ma piuttosto al mantenimento di rendite di posizione. A questo Consiglio Comunale, non certo a me, va riconosciuto il merito, nel rispetto del gioco delle parti, di aver saputo affrontare in momenti particolari del suo mandato questioni importanti, al di là dei risultati ottenuti, all’insegna dell’unità, dimostrando senso di responsabilità e rispetto per la città.

Non sono mancate e non mancano le difficoltà, non sono mancati e non mancano gli errori, ma ci abbiamo provato e stiamo continuando a  farlo. Questa città, ha bisogno di una politica, ma soprattutto di una classe dirigente (forze sociali, intellettuali, professionali) capace di mettere da parte le differenze e, nel rispetto della verità,  lavorare per il bene comune.

Per quanto riguarda poi il mio passaggio al PD, ritengo di aver spiegato le ragioni che mi hanno spinto a farlo, ma sono lieta di avere, anche grazie a lei, la possibilità di tornare sulla questione. Voglio precisare innanzitutto che ho cercato sempre di distinguere l’aspetto istituzionale del mio ruolo da quello politico, che come persona ho diritto di esercitare. Questo per esempio il motivo per cui non mi sono dimessa, ritenendo si non dover dare seguito alla richiesta del Gruppo Consiliare Cittadini in Comune dal quale provenivo. Avevo il dovere, a mio modo di vedere,  di difendere il ruolo istituzionale che mi era stato affidato, svincolandolo da logiche numeriche o di parte. Dal momento in cui il Consiglio Comunale a maggioranza aveva designato me come suo Presidente, ero diventata il Presidente di tutti e non potevo rispondere esclusivamente ad una parte di esso.

Ma detto questo, il mio passaggio al Partito Democratico ha voluto anch’esso significare la volontà  di contribuire alla crescita di una parte politica, quella con la quale mi ero presentata alle elezioni  nel non lontano 2012. Lamentiamo ripetutamente l’assenza di politica nella nostra città, ma appena qualcuno cerca di farlo con impegno,  limpidezza, chiarezza e determinazione, siamo tutti pronti a puntare il dito e andare alla ricerca della motivazione nascosta o dell’ “interesse” più o meno legittimo che vi sottende. Ho scelto di aderire ad un partito nazionale, perché ritengo che questa Città debba uscire dal localismo nel quale si è arenata, e per difenderne con dignità l’ identità e le risorse umane, culturali, economiche, sociali e politiche, dal “padrone” di turno.

Per ultimo, mi consenta due battute sulla questione politica e sul confronto tra l’Amministrazione e la sua maggioranza, da membro di uno dei gruppi che la compongono, non certo da Presidente del Consiglio, dico che è in corso una verifica  attenta e seria sulla prima parte dell’esperienza di governo vissuta; e chi si limita a ridurla ad una mera questione di rimpasto o di posizioni, non fa certo un servizio a questa comunità. Si tratta, e lo sappiamo bene tutti, di una riflessione assai più seria e profonda, non solo sulle cose più o meno fatte, ma soprattutto sull’Idea che abbiamo di questa Città, sul metodo di “Governo”, e su una prospettiva futura, che sappia cogliere un orizzonte assai più ampio dell’asfittico presente.  Il Partito Democratico ha ormai da  due mesi prodotto un documento, dove vengono chiaramente individuati priorità di obiettivi, tempi e metodi da seguire:  su questo presto torneremo a confrontarci, solo allora potremmo fare una valutazione attenta e puntuale, e a quel punto ognuno trarrà le proprie conclusioni e agirà di conseguenza, me compresa.

Nel ringraziarla per l’attenzione accordatami, saluto lei e i suoi lettori.

Laura Bottino, presidente del Consiglio Comunale di Paternò

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