Paternò: se le gravi mancanze di un sindaco diventano la fortuna di un presidente

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Il presidente del Cons. comunale e il sindacoAvete mai visto un presidente del Consiglio Comunale assumere la guida politica ed istituzionale di una città al posto di un primo cittadino? Ovunque cercherete, stenterete a trovare un altro caso simile, ma a Paternò è accaduto anche questo. Laura Bottino, inquilina di Palazzo Alessi e quindi capo dell’assise civica paternese, ha in pochissime settimane scalato la cima: sul Piano Regolatore Generale, tra i più importanti strumenti tecnici di ogni città, la Bottino ha preso le redini in mano e sta cavalcando come una fiera guerriera civica (anche se recentemente diventata soggetto politico, avendo aderito al Partito Democratico), la battaglia per giungere ad un punto che possa mettere d’accordo politica, professionisti e cittadini.

Città Metropolitana o Libero Consorzio? Anche qui la presidente ha giocato un ruolo importante: ha riunito la politica di ogni livello e grado della città in un’unica conferenza. Presente anche il sindaco di Catania, Enzo Bianco. E presente, ma da invitato, anche il sindaco di Paternò Mauro Mangano. Capite? Da invitato. Perché un sindaco dalle nostre parti fa l’ospite d’onore, non il padrone di casa. E volete che tutto questo non rappresenti un’anomalia?

Siamo di fatto costretti a fare i complimenti alla signora presidente Bottino perché con un colpo di coda, e approfittando forse senza nemmeno saperlo (ma lo sa) delle inerzie e della inconsistenza del primo cittadino, sta guadagnando il proscenio in un momento particolare per la città. Una città senza punti di riferimento, senza alcuna leadership consolidata, senza nessuna linea programmatica chiara che lasci intendere il progetto pensato per Paternò. Non si offenda, presidente, se le diamo dell’approfittatrice. Ebbene si: lei sta approfittando di tutto questo per ritagliarsi il suo spazio politico. Il suo passaggio al Pd è stato solo il primo passo verso quella cavalcata che la porterà in alto. Smentirà quanto vorrà le nostre posizioni, che sono riconosciute e condivise da molti; dirà che lei è super partes e che rispetta tutti. Ma se vuol fare il candidato sindaco, lo dica subito. E nel frattempo, firmi anche la sfiducia. 

Andrea Di Bella, direttore editoriale

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