Ponte di Genova, Conte e il decreto «in autonomia»: tensione con Salvini e Di Maio

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2018-09-14T170705Z_123125263_RC191E3D3990_RTRMADP_3_ITALY-MOTORWAY-COLLAPSE-COMMEMORATION-0009-kqZH-U3030172676021gAG-512x350@Corriere-Web-SezioniRaccontano che la sera prima che si votasse il decreto «fantasma» su Genova, Matteo Salvini in una cena a casa sua abbia detto ai commensali: «Ma io perché domani devo andare a votare un decreto di cui non so nulla?». Sono i prodromi di quella che sarebbe diventata una guerra sotterranea, a base di veline avvelenate, accuse e controaccuse, che hanno finito per concentrarsi poi su una sola persona: il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, accusato dai leghisti ma anche da diversi ministri del Movimento 5 Stelle di aver voluto accelerare il decreto, per potersi presentare alla cerimonia, a un mese dalla tragedia, con qualcosa da esibire. I malumori nei confronti di Conte erano già emersi. Ieri un’agenzia dell’Agi li ha evidenziati, aggiungendo un elemento: il decreto su Genova Conte se lo sarebbe «fatto da solo» e non sarebbe stato visto neanche dal ministro per le Infrastrutture Danilo Toninelli. Ci sarebbe, dunque, un’irritazione congiunta dei due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio (che non hanno partecipato alla conferenza stampa), contro quello che viene considerato un gesto troppo autonomo, e avventato, da parte del premier. Naturalmente piovono smentite.

Da ambienti vicini a Salvini si dice: «Totale fiducia nei confronti del premier, anche e soprattutto a proposito delle scelte del governo a proposito di Genova. Chi parla di divisioni cerca, per l’ennesima volta, di crearne dove non esistono». Ma altri ambienti leghisti confermano i malumori. Che, aggiungono fonti vicine ai 5 Stelle, riguardano anche autorevoli esponenti del Movimento, spiazzati dall’attivismo di Conte. E dal fatto che il decreto non sia passato dal preconsiglio prima di essere votato. Non è confermata, invece, l’inconsapevolezza di Toninelli. Tanto che dal Mit arriva una nota con la quale si ribadisce «la massima condivisione con la presidenza del Consiglio e con gli altri ministri del testo del decreto». Ma la vis polemica di Toninelli contro il governatore Toti e il sindaco Bucci avrebbe provocato un’ulteriore irritazione dei leghisti.

Corrieredellasera