Sul banco degli imputati ci sono finiti in due. Almeno due più di tutti gli altri. Il Ct dimissionario, Cesare Prandelli, e l’attaccante atteso in eterno, Mario Balotelli. Il milanista, riferiscono voci di stampa, nell’intervallo della partita disastrosa (sua e dell’Italia) contro l’Uruguay si sarebbe reso protagonista di una sceneggiata, che più del giallo e dei nervosismi gli è costata il cambio. A bocce ferme e teste calde, ecco i commenti dei senatori azzurri – Gianluigi Buffon e Daniele De Rossi – che pur senza fare nomi (ma tutti hanno pensato a Mario) hanno tirato in ballo proprio lui, la sua strafottenza, il poco impegno. Finito il match, “Super” Mario ci aveva messo del suo, abbandonando la squadra per rifugiarsi, solo con le sue cuffie, sul pullman. Senza nemmeno stare ad ascoltare il discorso di Prandelli, né quello d’addio di Andrea Pirlo (poi, i discorsi, li ha ascoltati: lo hanno “forzatamente” riportato negli spogliatoi).
La replica social – Un mix esplosivo, dunque, una lunga serie di circostanze – unite a tutte quelle pregresse di una carriera discussa e discutibile, piena di occasioni e credito mai sfruttati – che ha fatto finire Balotelli nel mirino. Dei compagni, appunto. Della stampa, degli addetti ai lavori, dei social network scatenati contro di lui, al pari di quasi tutti gli italiani di quasi ogni bar, salotto, salottino e luogo di lavoro e incontro. La risposta di Balotelli è arrivata proprio sui social,su Instagram. Dove scrive: “Sono Mario Balotelli ho 23 anni e non ho scelto di essere italiano – premette -. L’ho voluto fortemente perchésono nato in ITALIA e ho sempre vissuto in ITALIA. Ci tenevo fortemente a questo mondiale e sono triste arrabbiato deluso con me stesso. Si magari potevo fare gol con la costa rica (minuscolo, ndr) avete ragione ma poi? Poi qual’è il problema? Forse quello che vorreste dire tutti è questo?”.
“Non ho sbagliato niente” – Ribatte alle accuse, Balotelli, colpo su colpo. Non ha nulla da rimproverarsi, o quasi, o quantomeno non nei termini in cui stanno fioccando i rimproveri e le critiche. “La colpa – prosegue – non la faccio scaricare a me solo questa volta perché Mario Balotelli ha dato tutto per la nazionale e non ha sbagliato niente. (a livello caratteriale)”. Frasi un po’ scomposte e sgrammaticate, scritte di getto, probabilmente, nel pieno della furia e del rammarico. Ma rimbomba e rimbomberà a lungo quel “non ha sbagliato niente”. E ancora: “Quindi cercate un’altra scusa perché Mario Balotelli ha la coscienza a posto ed è pronto ad andare avanti più forte di prima e con la testa alta. Fiero di aver dato tutto per il Suo Paese”.
“I negri non mi tradirebbero” – Poi la parte finale. La più dura. La più accesa. La più rabbiosa. Quella che rimbomba e rimbomberà ancor di più. “O forse – riattacca -, come dite voi, non sono Italiano. Gli africani non scaricherebbero mai un loro ‘fratello’. MAI. In questonoi negri, come li chiamate voi, siamo anni luce avanti. VERGOGNAnon è chi può sbagliare un gol o correre di meno o di più. VERGOGNOSE QUESTE COSE. Italiani veri! Vero?”. Insomma, per Super Mario i “fratelli negri” non lo avrebbero mai tradito. Quegli italiani che lo chiamerebbero con disprezzo “negro” invece sì. Nessuno però lo ha attaccato per il colore della pelle, nessuno lo ha “tradito” o accusato per questo, ma solo per ciò che non ha fatto sui campi di calcio e che invece “ha fatto” – o meglio, combinato – negli spogliatoi, con i compagni di squadra, durante gli allenamenti, con chi ha creduto in lui senza mai essere ricambiato.
Libero