Sicilia e nuova Ars. In salita l’elezione di Miccichè presidente

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Dopo la fumata nera della prima chiamata, anche al secondo tentativo Gianfranco Miccichè non ce la fa. Il commissario di Forza Italia si ferma a quota 35 consensi, e per un solo voto non viene eletto. Aula rinviata a domani, dove basterà soltanto la maggioranza dei presenti. Ma ad agitare il centrodestra è il sospetto di franchi tiratori. Oggi si sapeva che i numeri in aula non c’erano perché mancava uno dei 36 deputati della maggioranza per motivi familiari, Giuseppe Gennuso. Il Pd non ha partecipato alla seconda votazione, i deputati 5 stelle si sono auto votati. Ma alla seconda votazione in soccorso della maggioranza sembravano essere arrivati i due deputati di Sicilia futura, Nicola D’Agostino e Edmondo Tamajo. Eppure alla fine Micciché ha raccolto sempre 35 voti. Delle due l’una: o ci sono franchi tiratori nel centrodestra oppure i due di Sicilia futura hanno sì votato ma non Miccichè.

Gianfranco Miccichè, candidato presidente dell'Ars in Sicilia.

Gianfranco Miccichè, candidato presidente dell’Ars in Sicilia.

In ogni caso la partita non si è chiusa, e tutto è rinviato a domani. Ma adesso in casa Pd c’è chi vuole trattare con i 5 stelle per provare a spaccare il centrodestra proponendo di votare un altro nome di garanzia per la presidenza.  Un’opzione alla quale Giancarlo Cancelleri apre espressamente:  “Il M5s è disponibile a votare un esponente del centrodestra alla presidenza dell’Assemblea ma non Gianfranco Miccichè, perché non ha i requisiti. Ora riuniremo il gruppo parlamentare e faremo la nostra proposta sul nome”. Repubblica Palermo