Roma, consulenze dei Cinquestelle: la base insorge contro Raggi

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Virginia Raggi, sindaco di Roma

Virginia Raggi, sindaco di Roma

Tra i Cinque Stelle serpeggia un certo imbarazzo. Le nomine decise dalla sindaca Raggi tradiscono lo spirito del Movimento e creano malumoreGrillo è in vacanza e tace. Gli altri non acconsentono. Il senatore Esposito (Pd) crea su Twitter l’hashtag #bugiea5s, il centrodestra parla di cerchio magico. E lei, Virginia, torna velocemente dalle vacanze. C’è una giunta da presiedere, l’ideale per cercare di placare la rete in subbuglio. In attesa di qualche taglio agli stipendi le nomine dello staff comunicazione sono state rimandate alla prossima giunta, forse il 24 agosto. Precauzioni.

Non c’è che dire, a neanche sei mesi dall’elezione, Raggi sembra ripetere le gesta di Marino, l’onesto chirurgo che ballò sul Titanic. A differenza di Ignazio, però, è giovane, carina e gode di un buon indice di gradimento popolare. Per ora potrebbe bastare. Ma da lunedì sarà già aria di rientri, di caos, di giunte all’ultimo euro. Grane, a iniziare dai trasporti. Come volevasi, ieri i vertici di Atac hanno confermato la possibile paralisi del trasporto pubblico. Questo, nonostante i 18 milioni di euro racimolati in extremis per la revisione di bus e vagoni della metro. Colpa dei tempi tecnici risicati per le operazioni. E colpa di settembre, mese ideale per i fine settimana degli autisti. Nel frattempo sul bus comanda l’anarchia. Da trent’anni nessuno paga il biglietto, anche perché nessuno controlla. Ieri mattina un giovane rom è salito sul 46, quello che dalla periferia porta a san Pietro, con un pistolone e l’ha puntato contro un gruppetto di turisti americani. Arma giocattolo, si saprà poi. Ci sarebbero anche le buche, la spazzatura, gli abusivi dei dehors, i centurioni rompiscatole e i lavori a Piazza Venezia. La metro C neanche a parlarne. Ma siccome siamo ancora ad agosto tiene banco soprattutto l’affare consulenze. Raggi ha già stanziato un milione e duecentomila euro, altro che austerità grillina. Il senatore Giro di Forza Italia parla di «Stipendiopoli, di «Assumificio a pieno ritmo». Il consigliere comunale del Pd, Pedica dispensa consigli alla giovane Virginia: «In Campidoglio fioccano nomine esterne e retribuzioni d’oro. La Raggi ha già iniziato ad assaporare il fascino della poltrona. Per gli stipendi del suo staff segua il modello Olivetti: la retribuzione dei più alti in grado non superi più di 10 volte lo stipendio minimo di un impiegato. Segua il consiglio».

Nel frattempo, altra carne al fuoco. Come la fresca nomina ad interim del bergamasco Stefano Bina come Dg di Ama, l’azienda che si occupa della spazzatura. Sarebbe illegittima ai sensi dell’articolo 20 dello Statuto di Ama. La nomina spetterebbe, infatti, al Cda o all’amministratore unico. Il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Santori, parla di cerchio magico: «Questo qui è un clan. È in arrivo un altro incarico da 40 mila euro per Giuliana Di Pillo, ex consigliera del Movimento 5 stelle nel X municipio, che ricoprirà un ruolo politico in un territorio commissariato per mafia…».

E ieri il settimanale britannico The Economist si è espresso ampiamente sulla questione romana con un reportage sulla Raggi. L’Amministrazione Raggi, che per il settimanale britannico ha avuto una partenza difficile, rischia di essere un boccone avvelenato per il movimento, anche perché «le aspettative dei cittadini sono alte – si legge in un articolo – ma la loro pazienza potrebbe esaurirsi rapidamente se la sindaca non dovesse dare rapida soluzione a problemi come quelli dell’insopportabile traffico di auto e ai rifiuti non raccolti che continuano ad accumularsi nelle strade della città». Il Giornale