#WithRefugees per il sostegno ai rifugiati. C’è anche papa Francesco

Sharing is caring!

755x315x2016WRD_Facebook_covers_tina-755x315.jpg.pagespeed.ic_.88Z3Egbt-4

di Valerio Musumeci

Istantaneo riassunto delle puntate precedenti. Nel 2016, nel mondo popolato dagli esseri umani, c’è un sacco di guerra – “Una Terza Guerra Mondiale a pezzi”, dice l’unica persona credibile del globo, che veste di bianco e vive in Vaticano – un sacco di gente che scappa da questa guerra e dalla fame, un sacco di gente che ci lucra miliardi e che speriamo li spenda tutti in medicine, un sacco di gente che si indigna senza fare assolutamente nulla e un sacco di caproni vestiti di verde che in Italia ci fanno la campagna elettorale per poi perdere indegnamente le elezioni.

Ci sono poi le iniziative benefiche, un sacco: e tra queste quella promossa dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), in occasione appunto della Giornata Mondiale del Rifugiato, colpisce più delle altre. In primis perché l’ONU dovrebbe essere il luogo istituzionale preposto alla risoluzione di questi drammi – «Mantenere la pace e la sicurezza internazionale, ed a questo fine: prendere efficaci misure collettive per prevenire e rimuovere le minacce alla pace e per reprimere gli atti di aggressione o le altre violazioni della pace», recita l’articolo 1 del suo Statuto – in secundis perché la campagna #WhitRefugees lanciata in questi giorni anche in Italia si avvale di molti volti noti della cultura e dello spettacolo del nostro paese. Francesco Pannofino, Nicole Grimaudo, Elisa Sednaoui, Andrea Camilleri e Carolina Crescentini sono i nomi che danno voce e viso all’iniziativa, la quale si propone di sensibilizzare sul tema dei rifugiati, raccogliere donazioni e presentare una petizione all’Assemblea Generale dell’ONU in programma il prossimo 19 settembre a New York.

Ora, a parte che quando Andrea Camilleri ti chiede di fare qualcosa non puoi fare a meno di farla, il testo della petizione è seriamente condivisibile. Esso chiede ai governi, in sintesi, di garantire che ogni bambino rifugiato abbia un’educazione, che ogni famiglia rifugiata abbia un posto sicuro in cui vivere e che ogni rifugiato possa lavorare o acquisire nuove competenze per dare il suo contributo alla comunità. «Ogni giorno la guerra costringe migliaia di famiglie ad abbandonare la propria casa – recita il comunicato di presentazione dell’iniziativa, sottoscrivibile qui – per fuggire alla violenza, si lasciano tutto alle spalle, tutto tranne i loro sogni e le loro speranze. L’UNHCR, l’Agenzia Onu per i Rifugiati, crede che tutti i rifugiati abbiano il diritto di vivere al sicuro. Aggiungi il tuo nome alla petizione #WithRefugees per inviare un messaggio chiaro ai governi affinché agiscano con solidarietà e condivisione delle responsabilità». Per stimolare la solidarietà, l’Agenzia si avvale dei succitati personaggi. L’attore Alessandro Gassman è l’unico italiano a comparire nel video ufficiale della campagna, diffuso in tutto il mondo: la versione italiana vede invece metterci la faccia i personaggi succitati, al netto del fatto che molti altri, da Francesco Totti al cantante Mika, hanno voluto aderire.

 

«Le persone rifugiate sono madri, padri, sorelle, fratelli, bambini, con le stesse nostre speranze ed ambizioni, a parte un gioco del destino che ha legato le loro vite ad una crisi globale di rifugiati senza precedenti – ha detto Khaled Hosseini, noto scrittore tra i volti internazionali del progetto #WithRefugees – Insieme, con solidarietà verso i rifugiati, dobbiamo chiedere ai leader mondiali che si assumano la responsabilità collettiva di trovare soluzioni giuste e durevoli a questa crisi. Insieme, dobbiamo garantire che l’umanità e la compassione trionfino sulla paura e sull’intolleranza». Parole di soddisfazione per l’iniziativa sono state espresse dall’Alto Commissario per i profughi, l’italiano Filippo grandi: «Siamo in un periodo di crescenti conflitti e disordini nel mondo, che stanno costringendo un numero crescente di persone a fuggire. È qualcosa che ci riguarda e ci coinvolge tutti. Quello di cui c’è bisogno è comprensione, empatia e volontà politica di unirsi e trovare risposte concrete al dramma dei rifugiati. Questa è diventata una sfida simbolo del nostro tempo». Che è esattamente ciò che dice da tre anni e mezzo Papa Francesco, non presente nel video per ragioni di maestà ma da sempre attento alle relazioni tra i popoli come anticamera al superamento della barbarie moderna delle migrazioni di massa. Non barbarie perché i profughi siano barbari, al contrario: per l’ipocrita gestione dei rapporti causa-effetto sintetizzata in apertura, utile soltanto al mantenimento della poltrona di alcuni minus habens della politica italiana ed internazionale.

Del resto il Santo Padre, dopo aver dovuto subire da costoro persino delle “critiche” (!), non ha mancato di far avere il suo appoggio alla campagna, rilanciando il motto dell’iniziativa ed esprimendosi nettamente a favore di politiche di accoglienza reali e non farlocche. «I rifugiati sono persone come tutti, ma alle quali la guerra ha tolto casa, lavoro, parenti, amici – ha detto il Santo Padre durante l’ultimo Angelus, usando parole non troppo diverse da quelle già riportate di Khaled Hosseini – Le loro storie e i loro volti ci chiamano a rinnovare l’impegno per costruire la pace nella giustizia. Per questo vogliamo stare con loro: incontrarli, accoglierli, ascoltarli, per diventare insieme artigiani di pace secondo la volontà di Dio». Certo “essere artigiani” significherebbe qualcosa in più che comparire in un filmato, ma il meglio è nemico del bene e quindi l’iniziativa è lodevole e sottoscrivibile.

La presenza di larghe fette del mondo culturale e mediatico italiano – che non sono poi i “vip” più “vip” che si sarebbero potuti trovare, il che fa ben pensare quanto a genuinità di tutta l’operazione – potrebbe servire e forse servirà ad alzare un po’ il livello del dibattito rispetto al problema. Perché se il livello – ci piace ancora ribadirlo – resta quello del comizietto televisivo incapace persino di penetrare nell’urna, figuriamoci nel cuore, non si andrà da nessuna parte nella lotta all’ingiustizia e alla catastrofe mondiale che stiamo preparando. Bravi Francesco Pannofino, Nicole Grimaudo, Elisa Sednaoui, Andrea Camilleri e Carolina Crescentini, brave tutte le stelle che si sono impegnate e soprattutto bravo Papa Francesco. Se l’ONU dà segnali di risveglio, in questo momento in cui si deve essere svegli, il merito è anche suo che tra un sorriso e l’altro si mantiene vigile.