Il dopo-amministrative. Forza Italia vale il 60% del centrodestra

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Berlusconi: per organizzatori 20 mila manifestantiÈ un risultato segnato da luci, ombre e parecchi rimpianti quello di Forza Italia. Il giorno dopo il voto, però, tre certezze emergono dall’analisi della cascata di numeri e percentuali che rimbalzano dalle varie città: il ruolo guida di Forza Italia che mantiene il primato dentro il centrodestra; la sconfitta del Pd e del renzismo; l’imperativo dell’unità come condizione per poter essere competitivi. Con il «modello Milano» come bussola e il «modello Roma» come spettro da allontanare.

«Forza Italia si conferma il primo partito della coalizione, pur tenendo conto del fatto che le civiche drenano voti soprattutto a noi e che storicamente le comunali sono le elezioni meno favorevoli al nostro voto di lista» scrivono i dirigenti azzurri in una nota. «Il centrodestra, ovunque è unito, è competitivo e in grado di vincere. Questo in modo omogeneo, da Nord a Sud. Altrettanto evidente è che dove il centrodestra è frammentato, come a Roma e a Torino, l’elettorato di Fi che esprime un voto non ideologico non ha motivazioni per esprimere un voto di pura testimonianza». «Fondamentale il risultato di Milano. Un candidato di alto livello e l’unità di tutti i moderati si sono rivelati essenziali per questo primo traguardo. Forza Italia rappresenta da sola circa la metà della coalizione, pur tenendo conto del dato di Roma dove il risultato di Fratelli d’Italia è del tutto anomalo (12.2% contro il 2.3% nel resto d’Italia). Se escludessimo Roma, Forza Italia costituirebbe da sola oltre il 60% del centrodestra. Senza i moderati, la destra arriva al massimo al 20% di Roma, è lontanissima dal diventare una forza di governo. Tanto meno in un’elezione nazionale».

I dirigenti di Forza Italia mettono l’accento sul risultato milanese dove il partito di Silvio Berlusconi si attesta al 20,2%, la Lega è all’11,77% e Fratelli d’Italia al 2,42%. Insomma altro che inversione di ruoli nella leadership nazionale a favore del Carroccio. Così come non passano inosservate le 11mila preferenze di Mariastella Gelmini che stacca di 4mila voti Matteo Salvini. Lucio Malan dalle percentuali passa all’analisi dei voti espressi. «Forza Italia resta al primo posto nel centrodestra. Nei capoluoghi di provincia ha preso 256mila voti, rispetto ai 189mila di FdI e i 174mila della Lega».

Forza Italia, al netto dello «storytelling» renziano, fa notare come il premier faccia fatica a intestarsi qualche vittoria. «Bersani l’ultima volta ha vinto al primo turno 10 capoluoghi, ora Renzi ne vince tre, non dei più grandi (Rimini, Cagliari, Salerno). Di questi tre, due hanno candidati non renziani. A Salerno stravince l’uomo vicino al governatore De Luca (70%) notoriamente non renziano, mentre la candidata renziana a Napoli non arriva al ballottaggio, nonostante l’impegno di Renzi». Inevitabile leggere questi dati come un auspicio in vista della grande battaglia di ottobre. Ma «quella del referendum è un’altra partita, cominceremo a combatterla dopo i ballottaggi». IlGiornale