Silvio, umiliazione perenne: i giudici inviano psicologi

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Silvio Berlusconi è finito sotto la lente di osservazione degli psicologi e criminologi inviati dall’Uepe, l’ufficio del ministero della giustizia che si occupa dei condannati che possono espiare la loro pena fuori dal carcere. E’ una prassi abituale per chi deve scontare pene rilevanti. Ma lo stesso tribunale di sorveglianza di Milano aveva chiarito nelle settimane scorse che per i casi di lieve entità, e comunque per tutte le pene non superiori a un anno, l’indagine psicologica non viene nemmeno avviata. Un po’ per esigenze di risparmio burocratico, visto che così si sfoltiscono sensibilmente le pratiche da analizzare. Un po’ perchè si suppone che sotto l’anno di pena il reato a monte sia così lieve da non richiedere ispezioni criminologiche particolarmente approfondite.Invece nel caso di Berlusconi si è deciso che non si potesse fare a meno di una indagine. In serata, Niccolò Ghedini, uno dei difensori dell’ex premier, ha smentito che Berlusconi abbia dovuto sottostare a colloqui con esperti inviati del tribunale, e nemmeno che siano arrivate richieste in questo senso “cui avremmo senz’altro ottemperato”. Nessun faccia a faccia diretto, dunque, ma una relazione che ripercorre la situazione del condannato Berlusconi fa ugualmente parte del fascicolo che l’Uepe ha inviato alla Procura generale di Milano e al tribunale di sorveglianza che giovedì prossimo dovrà decidere se mandare il Cavaliere in affidamento ai servizi sociali o agli arresti domiciliari. Di certo, agli psicologi non è demandato valutare se il condannato sia colpevole o innocente, ma scavare nei suoi percorsi mentali, nel suo approccio al crimine commesso, nella sua comprensione del “disvalore” della devianza dalle leggi.

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