Paternò, intervista al senatore Salvo Torrisi

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200px-Sen._Avv._Salvo_TorrisiCome procede il dibattito sulle riforme istituzionali in commissione al Senato?

La fase del dibattito in Commissione è già stata superata. Siamo ormai in aula dove si stanno svolgendo le fasi definitive che ci porteranno al voto del 7 agosto per la riforma del Senato.

Qual è la posizione che Ncd ha assunto e assumerà in futuro nei confronti di Renzi?

Ovviamente noi del Nuovo Centrodestra siamo una forza diversa da quella rappresentata dal presidente del Consiglio Renzi. Ma la nostra collaborazione col Governo e con questa maggioranza parlamentare continua già dai tempi del Governo Letta, da quando cioè si sono finalmente create le condizioni per una seria programmazione per le riforme istituzionali nel nostro Paese.

Come valuta l’invito di Berlusconi a ricomporre il fronte moderati. E la risposta di Alfano?

Come NCD siamo interessati, e in primis Alfano, ad una nuova realtà politica moderata. In questa direzione non intendiamo utile e credibile una sommatoria politica di vecchio stampo, ma ci muoviamo per un nuovo progetto politico che rilanci la proposta per una costituente del Partito Popolare.

Ha qualche pregiudizio nei confronti della lega di Salvini?

Il nostro pregiudizio riguarda ovviamente la loro posizione sul tema dell’immigrazione, nonché sulla visione dell’Europa e della sua politica unitaria. Su questi punti la pensiamo in maniera molto diversa.

E’ per le primarie? A quale livello?

Le primarie costituiscono uno strumento utile a tutti i livelli istituzionali, in quanto garanzia di democraticità che può bloccare imposizioni autoritarie e protagonismi eccessivi e antidemocratici. Inoltre, lo strumento delle primarie è capace di riavvicinare la politica ai cittadini e viceversa, e può anche selezionare la nuova classe dirigente.

A Paternò come crede e da dove crede si debba ripartire per la ricomposizione del centrodestra? Chi ne dovrebbe fare parte?

A Paternò si dovrà ripartire dai progetti politici, dalle programmazioni da condividere. Credo che partire dalle figure sia un modo vecchio e poco efficace per creare i presupposti per una buona amministrazione, pertanto è dalle idee che bisognerà ricominciare.

Andrea Di Bella, direttore editoriale

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