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Il tema in questione riguarda nuovamente il settore della Vigilanza Privata, un argomento che purtroppo è già stato troppe volte oggetto di lamentele da parte di noi operatori della sicurezza. Siamo cinque lavoratori che fino allo scorso anno erano alle dipendenze dell’Istituto di Vigilanza SicurTecnoPolis Srl, con la qualifica di Guardia Giurata e regolare contratto a tempo pieno ed indeterminato. In data 31 Ottobre 2013 l’amministrazione aziendale ci informava a mezzo e-mail della cessazione dell’attività del servizio di vigilanza privata in quanto, non essendo più autorizzata, era costretta a riconsegnare i titoli. Nella medesima giornata attraverso un sms sul nostro telefonino ci notificavano un ulteriore recapito telefonico a cui fare riferimento, a loro dire, per qualsiasi comunicazione con la ditta SicurTecnoPolis e/o Delta Police; quest’ultima risulta essere una nuova società operante nello stesso settore. Provando a contattare questo nuovo recapito rispondevano le stesse persone impiegate nell’amministrazione SicurTecnoPolis, le quali ci riferivano però che di fatto si trattava di un’altra azienda, per l’appunto la Delta Police, motivo per il quale non ci potevano essere di aiuto. Provando a questo punto a contattare i vecchi recapiti aziendali, invece, non rispondeva oramai più nessuno. Infine abbiamo provato a trovare logisticamente la Ditta SicurTecnoPolis, ma non risultava reperibile presso nessun indirizzo. La situazione ad oggi non è cambiata. Lo scorso 30 Novembre 2013 siamo stati licenziati dalla citata azienda attraverso la ricezione di una raccomandata datata il 25 Novembre 2013 con la giustificazione che quest’ultima avrebbe improvvisamente perso tutte le commesse. Tale licenziamento collettivo avveniva in assenza però delle regolari procedure di iscrizione nelle liste di mobilità da parte del datore di lavoro previste dalla legge nel caso specifico di cessazione dell’attività. Oltremodo vantiamo un credito nei confronti della società di dodici mensilità non retribuite per ciascun lavoratore. Di fatto l’azienda SicurTecnoPolis risulta quindi irreperibile dallo scorso mese di Dicembre, ma ad oggi sappiamo che non ha ancora dichiarato nessun fallimento ufficiale. Di conseguenza abbiamo denunciato l’accaduto alle varie Istituzioni e Organi Competenti, comprese le Organizzazioni Sindacali, e nelle date del 4 e 19 Dicembre scorsi la società fantasma è stata convocata, quindi, per ben due volte dalle autorità competenti presso le sedi convenute, senza che però quest’ultima si sia mai presentata. In conclusione Noi lavoratori dopo più di tre mesi dal licenziamento non abbiamo ricevuto ancora alcuna risposta da parte di nessuno. Sarebbe inoltre opportuno che le Istituzioni verificassero dove siano finiti i servizi che appartenevano alla ditta. Attualmente alcuni stiamo percependo l’indennità di disoccupazione che ci permette di avere un po’ di ossigeno dopo più di un anno di lavoro non retribuito, pur tuttavia con le spese di un lavoratore, ognuno con il carico di una famiglia da sostenere. Altri colleghi invece, sempre per una mancata comunicazione all’Inps da parte dell’amministrazione della SicurTecnoPolis, al momento non possono ancora usufruire di questo sussidio. Grazie ad una Circolare Inps (la 186) sempre Noi lavoratori stiamo infine lottando per ottenere il riconoscimento del diritto alla mobilità, il quale pur essendo per l’appunto un nostro diritto non ci è stato riconosciuto dal nostro datore di lavoro oramai latitante. Attraverso la nostra iniziativa di protesta e all’intervento della stampa locale, il numero dei lavoratori non si ferma a soli cinque dipendenti, ma molti altri si stanno unendo al nostro gruppo poiché i truffati siamo in tanti, motivo per il quale il nostro numero è purtroppo destinato a crescere. Vogliamo concludere sottolineando che la nostra rimostranza vuole semplicemente sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti di un gruppo di lavoratori che pur avendo resistito per oltre dodici mesi con l’illusione che la situazione si potesse risolvere positivamente, alla fine invece è rimasto da solo. In un momento in cui si parla tanto di disoccupazione, c’è ancora chi invece continua a speculare sulle spalle di chi ha solo voglia di lavorare per guadagnarsi da vivere, ed è importante dire che oggi in Italia non si è perso soltanto il diritto al lavoro ma si è persa soprattutto l’Onestà. Dunque, è fondamentale lavorare, ma lo è altrettanto poter ricevere il proprio stipendio.
I lavoratori