SEGNI DEI TEMPI – Abbandonare i beni di fronte la chiamata di Dio

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vocazioneNella lettura continua del Vangelo di Marco abbiamo incontrato in questi giorni un personaggio che fa da spartiacque nel vangelo marciano e cioè Bartimeo, che l’evangelista descrive come cieco e che stava per le strade di Gerico a mendicare (vd. Mc 10, . Incontra Gesù a e gli chiede di poter vedere e, guarito, si mette a lodare Dio, diventando discepolo del Signore. Marco ci dice che Bartimeo non aveva nulla, solo un mantello che lo copriva, lo difendeva dal freddo e dall’indifferenza della gente. Ma quando Gesù lo fa chiamare, questo povero uomo, balza in piedi e “gettato via il mantello” corre da Gesù. Ma come, l’unico bene che aveva, l’unica ricchezza, il suo mantello, lo getta via? Che grande lezione che ci da’ quest’uomo: di fronte alla chiamata di Gesù, niente ha più valore, perché l’unico vero valore e l’unico bene è il Signore. Bartimeo non ha paura di diventare ancora più povero, perché sa e sperimenterà che in e con Gesù sarà più ricco: ricco di salute, di fede, di gioia, di entusiasmo, di amore. S. Paolo fece la stessa esperienza dopo aver incontrato il Signore tanto da scrivere nella lettera ai Filippesi: “Ma quello che poteva essere per me un guadagno, l’ho considerato una perdita a motivo di Cristo. Anzi, tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura, al fine di guadagnare Cristo …” (3, 7-8). Questo è l’esempio e il messaggio che ci da’ Bartimeo quello di lasciar perdere tutto per il Signore, sapendo di trovare tutto in Lui. Di fronte a questo esempio luminoso, noi che, invece, accampiamo tante belle scuse per non ascoltare il Signore che ci parla e ci chiama, per non andare a Messa la domenica, per disertare la lectio divina e i cammini di formazione, per non impegnarci nel servizio verso i fratelli; noi che non siamo capaci di rinunciare a nulla per il Signore, impallidiamo e arrossiamo di vergogna, sperando che prima o poi la chiamata di Gesù risuoni così forte nel nostro cuore, da scuoterci dalla nostra apatia e farci finalmente “balzare in piedi”, risorgere ad una vita nuova nello Spirito.

Padre Salvatore Alì

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