Disastro Catania, quasi in serie B

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Disastrosa. Aggettivo migliore non esiste per descrivere al meglio la stagione del Catania. La formazione etnea è lontana parente da quella vista dallo scorso anno, che macinava punti su punti fino a conquistare un ottavo posto più che meritato attraverso la forza di volontà e il bel gioco, caratteristiche che il tecnico Maran era riuscito a tirare fuori.

Adesso, più che mai, c’è bisogno di tirare fuori un’altra cosa: gli attributi. Solo con il coraggio e la forza di volontà è possibile fare il miracolo, con la M maiuscola. Anche il più inguaribile degli ottimisti non riuscirebbe a vedere un Catania in Serie A l’anno prossimo.  L’ultimo posto in classifica con soli 20 punti totalizzati fino ad ora condanna i rossazzurri ad una retrocessione che sembra ormai inevitabile, specie se l’atteggiamento dei giocatori è molle e passivo, come quello del primo tempo contro il Napoli. La prima frazione di gioco della gara con i partenopei non è altro che la fotografia della stagione: un mix di disattenzione e sfortuna che si abbatte sul Catania in maniera letale, fino a fare la più classica delle figuracce prendendo 4 reti in soli 45 minuti. È vero, la ripresa è stata incoraggiante, vista la reazione della squadra che rispetto alla gara con la Fiorentina (la prima del Maran bis) aveva mollato gli ormeggi, ma è inconcepibile entrare in campo in questa maniera e concedere un tempo intero ad una squadra di rango come il Napoli che non appena ha la possibilità non ci pensa due volte a punire l’avversario.

Intanto, al di là del Chievo che sta provando a uscire dalla zona calda, Bologna, Livorno e Sassuolo sono li a fare compagnia al Catania e non se la passano tanto meglio. Rimangono ancora 8 giornate (24 punti in palio) e la salvezza dista 6 punti: l’aritmetica strizza ancora l’occhio ai rossazzurri ma non si può più perdere tempo. Già dalla trasferta con l’Udinese (squadra già battuta all’andata) bisogna fare bottino pieno anche se i tre punti lontano dal “Massimino” mancano addirittura dalla scorsa stagione. L’obiettivo principale adesso è guardare una partita alla volta, lasciando stare la classifica perché più la si osserva e più fa male, cercando di arrivare quanto meno in corsa nello scontro diretto di Bologna in modo tale da giocare al “Dall’Ara” con il coltello tra i denti.

Catania (la città e i tifosi) e il Catania (la squadra) si aggrappano agli uomini simbolo: punizioni di Lodi, i gol di Bergessio (squalificato con il Napoli e due volte a segno nelle ultime tre partite), le giocate di Barrientos, le chiusure di Spolli, i miracoli di Andujar fino al carattere di capitan Izco. Il messaggio deve arrivare dalla spina dorsale della squadra per poi tramandarsi in tutto lo spogliatoio: guai a chi molla! Nel calcio tutto, ma proprio tutto, è possibile.

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