Paternò, l’addizionale Irpef alla Corte dei Conti

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nino naso irpef

Dal documento inviato alla Procura della Repubblica, alla Procura della Corte dei Conti, al Prefetto di Catania ed all’assessorato regionale alle Autonomie Locali 

Dire male del vari balzelli che la Pubblica Amministrazione impone al cittadini, giustificandone funzioni e necessita, è naturale e spontaneo. Invece, se detti balzelli vengono imposti senza giustificazione e fondamento, magari in momenti dl particolare crisi e disperazione sociale, opporsi diventa un diritto-dovere. È quest’ultimo il caso che si sta verificando a Patemò. L’Amministrazione, con delibera di Consiglio Comunale n. 84 del 30/09/14, ha aumentato I’Addizionale Comunale IRPEF dallo 0.2% al massimo possibile dello 0,896. Detto provvedimento non trova alcuna giustificazione se non l’infondato “spauracchio’ del dissesto finanziario dell’Ente. Temerariamente, l’operazione e stata gestita presentando direttamente in Consiglio Comunale solo qualche giorno prima della scadenza del termine utile per l’adozione dell’Aumento lRPEF, un pareggio di bilancio ottenuto con l’inserimento tra le entrate di € 1.050.000,00 corrispondente all’introito previsto dell’Aumento dell’addizionale, paventando – caso contrario – il rischio del dissesto finanziario dell’Ente con tutte le gravi conseguenze connesse. Solo grazie “alla collaborazione strategica di qualcuno”, stante che il Sindaco Mangano in Consiglio Comunale dispone di una maggioranza di soli 14 Consiglieri su 30, il provvedimento viene adottato anche se contestato da un considerevole numero dl membri dell’Assise, ed in dispregio delle documentate osservazioni del competente organo dei Revisori dei Conti, che in merito esprime parere negativo. Si contesta, nella buona sostanza, la necessità di pareggiare gli equilibri di bilancio con un aumento di Addizionale IRPEF, stante che detto risultato era ottenibile con semplice e doverose rettifiche a precise voci delle entrate previste e con l’inserimento degli importi dei finanziamenti statali che, ufficializzati e quantificati con apposito comunicato della Finanza Locale del Ministero dell’Interno del 19/09/2014, inspiegabilmente non erano stati inseriti in bilancio.

Per il 2015, giusto il clamore e la disapprovazione popolare che la questione di che trattasi ha ingenerato nell‘intera popolazione, è in atto un risentimento sociale culminato nella sottoscrizione, ai sensi dell‘Art. 80 dello Statuto Comunale, di una “Proposta di iniziativa popolare” da sottoporre al Consiglio Comunale. Invece, per il 2014, considerato che il provvedimento di che trattasi è divenuto già operativo sugli stipendi, sulle pensioni e sulle dichiarazioni dei redditi dei paternesi, si è ritenuto necessario avviare una sottoscrizione di “Opposizione” ed “Annullamento”. A fondamento di detta “Opposizione”, a parte tutto quanto già sopra riportato, si aggiunge e segnalare quanto emerso nelle relative agitate sedute di Consiglio Comunale dagli stessi atti prodotti, ove più Consiglieri Comunali hanno evidenziato che: 1) Sulla base di errate stime dei Capitoli di entrata, Titolo le Titolo Il, il Consiglio è stato indotto a votare erroneamente un aumento dell’Addizionaie Comunale IRPEF senza un giustificato motivo. Si è voluto far credere che ci fosse una condizione di dissesto economico-finanziario dell’Ente”. A questo punto, delle tre l’una: o sono falsi i costi dei servizi indivisibili nella deliberazione n. 75 del 09/09/2014, o sono falsi i dati contenuti nello schema di Bilancio di previsione, o sono false le ragioni per le quali si intende aumentare ulteriormente le previsioni di spesa dei servizi indivisibili, visto che non esiste alcun atto o alcuna relazione protocollata da cui comprendere la necessità di alterare il grado di copertura dei costi dei servizi indivisibili stabilito con la deliberazione n.75 del 09/09/2014.

DOCUMENTO 1 (CLICCA E SCARICA)

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Se i costi dei servizi indivisibili sono superiori a quelli resi noti il 09/09/2014, allora si sono incoscientemente taciute spese per evitare aumenti della TASI, aumentando di contro a tutti i cittadini le imposte sul reddito con la deliberazione n.84 del 30/09/2014. Se c’erano questi maggiori costi allora si poteva non aumentare l’addizionale IRPEF, visto che il 19/09/2014 il Ministero degli interni rese pubblici i dati definitivi dei trasferimenti ai Comuni, anticipandone la comunicazione proprio per poter chiudere i bilanci con dati certi, cosa che non è avvenuta però al Comune di Patemò, visto che le entrate dello Stato sono state previste come entrate da IMU. Il risultato è evidente: aumentare le tasse ai cittadini alterando i dati di bilancio senza che ve ne sia necessità.

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