Quando e dove cadrà Matteo Renzi – di F. Marino

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Il premier, Matteo Renzi

Il premier, Matteo Renzi

di Franco Marino*

Il successo di un individuo ha inizio quando è in presa diretta col suo pubblico. Un grande cantautore, per esempio, deve essere in presa diretta col suo pubblico; un calciatore deve essere in presa diretta con i tifosi, un capo ultrà deve pedissequamente eseguire i dettami degli ultrà. Un politico, dal canto suo, deve assecondare i desideri dell’elettorato. Essere in presa diretta con un quantitativo rilevante di persone è un qualcosa che fa un bravo comunicatore. Tuttavia la comunicazione ha dei criteri molto rigidi, cioè assecondare i gusti della gente ma anche i disgusti e i vizi: un capo ultrà del Napoli (o dell’Inter o della Fiorentina) che si mettesse a discutere Calciopoli ed esprimesse forti dubbi sul trattamento riservato alla Juventus durante il campionato, anche citando dati oggettivi, verrebbe tuttavia sfiduciato dalla sera alla mattina (e siamo generosi) dai suoi tifosi. Di conseguenza, per chi non è un grande leader ma bravo comunicatore (e di grandi leader non ne sono rimasti parecchi), il contatto col pubblico è tutto. Il vero leader è quello che il vento lo riesce a creare, il comunicatore si limita a seguirlo fin quando (ed è qui che inizia il leader) il vento è troppo forte per essere seguito e occorre crearne uno alternativo. Indro Montanelli amava citare un detto: “Sono il loro capo, quindi li seguo”. Fatta questa introduzione, si arriva a Renzi.

Il successo di questo nuovo leader politico sta tutto nella sua capacità di aver individuato un pubblico ben preciso che corrisponde poi ad un elettorato. Questo elettorato non ha nulla a che fare con le logiche del vecchio PCI, col quale Renzi è (almeno ufficialmente) in rotta, ed è composto da una minoranza di gente di sinistra, con orientamenti liberal, una gran parte di moderati di centro e molti elettori in libera uscita da Forza Italia, rassicurati dal fatto che l’ex-sindaco di Firenze sembrasse ben disposto a trattare Berlusconi non come nemico ma come semplice avversario di un gioco del quale si possono anche scrivere assieme le regole. I voti in uscita di Forza Italia sono andati al PD ma questo non significa che “i clienti” abbiano cambiato mentalità. Da Renzi si aspettavano determinate cose, come la riforma della giustizia ed il presidenzialismo. Insomma, riforme serie. Quella era la clientela del venditore, l’elettorato. In definitiva, Renzi è riuscito per un certo periodo a catalogarsi come elemento di equilibrio contro lo sfascismo di Grillo, facendo anche il pieno di voti che normalmente erano e sono di centrodestra. Il risultato è stato uno sfavillante 41% alle europee, irrilevante in sede europea (dove il Partito Socialista è minoranza, oltretutto con trend calante) ma che disse molto sulla fiducia che gli elettori italiani avevano in lui. A questo punto Renzi ha perso il contatto con la realtà. E ciò accade quando un venditore dimentica chi è il suo cliente tipo. Fin quando insolentisci un mondo culturale e mediatico che ti è sempre stato nemico, questo fa parte del gioco. Ma quando ti metti contro coloro che ti hanno dato fiducia, inevitabilmente perdi tutta quella “clientela” che ha deciso di comprare i tuoi prodotti, senza che poi l’altra clientela (quella che fino a ieri ti odiava) decida di avere fiducia in te. Molti ritengono che il voltafaccia dell’elezione del nuovo presidente della Repubblica sia stato un capolavoro politico e al contrario è stato un atto di debolezza. Tutti ricordano come il PD fosse a due passi da una ribellione contro Renzi; ed anche se con questo scatto improvviso per Mattarella di fatto ha rotto il Patto del Nazareno stipulato con Berlusconi, Renzi si è momentaneamente riaccreditato presso quella parte del partito che lo odiava. Una parte che sarà di nuovo in prima fila quando riprenderanno le discussioni sulle riforme. A quel punto Renzi potrà solo decidere di rinunciare a tutto l’impianto riformista che aveva annunciato appiattendosi sulle posizioni di un Bersani qualsiasi e giocandosi quindi l’elettorato che lo aveva votato. E a quel punto sarà chiara a tutti questa grande truffa operata dal PD, quella di farci credere che ci fosse qualcuno di ragionevole al suo interno, disposto a guardare al futuro. Una cosa di sicuro è certa: il PD il voto dei moderati e del centrodestra, se lo può scordare. Se questo ragionamento sarà anche il ragionamento  di altri (e pian piano lo stanno facendo), per Renzi e per il PD sarà l’inizio della fine. Un venditore non si mette mai contro i suoi clienti. E i clienti, dal canto loro, non torneranno mai più a comprare i prodotti di un negoziante che cerca di truffarli.

*condirettore editoriale – marino@freedom24news.eu

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