Sul “Premierato” il Governo fa sul serio. Il Decreto in Commissione al Senato

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Il ddl di riforma costituzionale sul “premierato” è in discussione in Commissione Affari costituzionali al Senato. Il presidente della Commissione, Alberto Balboni di FdI, ha detto: “La nostra proposta sarà ora sottoposta ai leader e, quando approvata, sarà depositata come emendamenti”. Servirà quindi un vertice tra i leader del centrodestra, che non sarebbe ancora in agenda, per dirimere le ultime controversie sul tema, così da presentare emendamenti comuni entro il termine fissato di lunedì prossimo. 

Sui punti generali della riforma i partiti del centrodestra convengono: elezione diretta del premier, bilanciata dalla fiducia che questi deve chiedere al Parlamento per il suo governo, così da dare un peso ai partiti della coalizione nella trattativa per formare la squadra ministeriale. Si è anche convenuto che ci possa essere un secondo Presidente del consiglio espresso dalla coalizione vincitrice delle elezioni in caso di “morte, impedimento permanente, decadenza o dimissioni volontarie” del premier eletto. Potrebbe cambiare anche il cosiddetto semestre bianco. La bozza in discussione tocca anche l’articolo 88 della Costituzione, che disciplina lo scioglimento anticipato delle Camere. L’attuale formulazione afferma: Il capo dello Stato “non può esercitare tale facoltà negli ultimi sei mesi del suo mandato, salvo che essi coincidano in tutto o in parte con gli ultimi sei mesi della legislatura”. Nella nuova versione, questa facoltà gli viene accordata per evitare che una eventuale richiesta del presidente del Consiglio di scioglimento venga stoppata dall’attuale normativa che vieta al presidente della Repubblica nell’ultimo semestre del suo mandato di procedere ad una operazione di questo tipo.