Sarebbe stato ossessionato dal Covid, questa la motivazione che ha portato Giovanni Fabbrocino un 65enne di Portici ad uccidere con svariate coltellate la convivente Maria Antonietta Nicolai di 59 anni, originaria di San Severino stimata ricercatrice di Scienze e Tecnologie Alimentaria al Dipartimento di Agraria dell’Università Federico II di Napoli, per poi togliergli alcuni organi vitali prima di uccidersi gettandosi dal balcone.
Saranno i risultati dell’autopsia a fare luce su questo tragico femminicidio, ma da quanto si apprende l’uomo disoccupato, sarebbe stato ossessionato dal covid e avrebbe accusato la compagna per aver sottovalutato l’emergenza sanitaria. Negli ultimi mesi era rimasto chiuso in casa e quando la donna avrebbe organizzato un viaggio per andare a trovare alcuni familiari, sarebbe scattata la follia omicidio.
È su questo che si stanno concentrando le indagini dei Carabinieri accorsi sul posto dopo che l’uomo si sarebbe gettato dal quarto piano per farla finita e sarebbe morto prima ancora dell’arrivo delle forze dell’ordine. Sconvolta l’intera comunità. Per i vicini di casa lei era “una brava e splendida persona”: ancora scossi dalla tragedia, non sanno darsi una spiegazione a quanto accaduto. Anche lui era considerato un uomo tranquillo, insomma una coppia che da più di cinque anni viveva senza litigi o dissapori.
“Anche in una comunità grande come quella di Portici una tragedia del genere sconvolge le coscienze per l’assoluta imprevedibilità e per la ferocia” commenta l’assessore alla Sicurezza del Comune di Portici, Maurizio Capozzo, mentre il direttore del Dipartimento Agraria dell’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’ ricorda la donna come: “stimata dai docenti e dal personale e amata dagli studenti, con circa trenta anni di anzianità accademica. Una persona mite, mai sopra le righe ed estremamente collaborativa. Fino al giorno prima della sua scomparsa ha fatto esami e assistenza studenti. Questa terribile tragedia, che rappresenta un ennesimo caso di femminicidio in un contesto domestico, lascia sbigottita l’intera comunità dell’Ateneo federiciano. Un Ateneo che da anni svolge un ruolo guida a livello nazionale nel mettere in campo azioni a contrasto della violenza e della sopraffazione, fisica e morale, nei confronti delle donne e dei più deboli.Ciò rende ancora più doloroso e inaccettabile quanto è accaduto”. Ancora oscuri i motivi che hanno portato l’uomo a togliere alla convivente gli organi vitali prima di farla finita. IlGiornale