Catania, corruzione elettorale: chiesto rinvio a giudizio di Sammartino

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Per l’imputato principale, “mister preferenze” Luca Sammartino, c’è la richiesta di rinvio a giudizio e un’udienza fissata per il 17 settembre. Per cinque indagati, però, l’inchiesta per corruzione elettorale avviata alla fine dell’anno scorso finisce già: ci sono 7 richieste di rinvio a giudizio per la presunta compravendita di voti per le Regionali 2017, le Politiche 2018 e alcune tornate di elezioni amministrative ricamata intorno al deputato renziano Sammartino, all’epoca dei fatti esponente del Partito democratico.

Sammartino dovrà difendersi dall’accusa di corruzione elettorale e in un caso da quella di corruzione semplice. Con lui dovranno presentarsi davanti al gup Luigi Barone  l’ex consigliere comunale di Catania Giuseppe Musumeci, il consigliere della seconda circoscrizione etnea Giuseppe Damiano Capuano, l’assessore di Mascaluca Nino Rizzotto Salamone, Nuccio Anastasi, Salvatore Capuano e l’ex consigliere comunale di Caltagirone Alfredo Scozzarella, ma non il sindaco di Aci Castello Carmelo Scandurra, il consigliere comunale di Militello in Val di Catania Salvatore Cannata Galante, l’ex consigliere municipale catanese Marco Mirici Cappa, Maurizio Pellegrino, Francesco Quattrocchi e Mario Cannata Galante.

Il presidente della commissione Lavoro dell’Ars è accusato di aver promesso posti di lavoro e trasferimenti in cambio di voti per sé e per Valeria Sudano a cavallo fra le Regionali del 2017 – quando batté il record di preferenze – e le Politiche dell’anno successivo, ma anche in generale per il Pd alle elezioni 2017 a Sant’Agata Li Battiati e Misterbianco. In un caso, inoltre, avrebbe fatto pressione sull’Asp per il pagamento di un tfr e per gli arretrati dell’invalidità civile di una persona, e in questo caso l’accusa formulata dalla procuratrice aggiunta Agata Santonocito e dal sostituto Fabio Saponara è di corruzione “semplice”. Sammartino, che su questa vicenda è stato anche attaccato pubblicamente all’Ars dal presidente della Regione Nello Musumeci, si professa però estraneo alle accuse.

“Anche questa volta – ha detto quando gli è stato consegnato l’avviso di garanzia – sono sereno del mio operato e dimostrerò la mia estraneità ai fatti che mi vengono contestati nelle sedi competenti. Sono fiducioso nel lavoro della magistratura. Affronto questa vicenda con assoluta tranquillità”. RepCatania