Paternò, tagli all’L’Asp 3: senza lavoro 13 ausiliarie. I sindacati chiedono incontro in Prefettura

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logo-ASP-CATANIAL’Asp di Catania affida il servizio socioassistenziale, in pratica gli ex ausiliari in supporto al lavoro degli infermieri, e monta la protesta. Al centro del malcontento la scelta di ridurre il monte ore, dell’attività di servizio presso gli ospedali dell’azienda catanese, passato da 20mila ore mensili a 14.867 ore. «Inaccettabile – evidenziano i rappresentati sindacali della Uil provinciale, Roberto Prestigiacomo e Pippo Palumbo, ieri mattina all’ospedale di Paternò – per diversi fattori. Quanto stabilito lascia fuori 13 lavoratrici; ed ancora riduce le ore settimanali di tutte le altre rimaste in attività». E ieri mattina, aPaternò momenti di tensione alla notizia che molte delle operatrici erano state spostate dall’azienda, la Pfe, nel turno di lavoro, ad Acireale. Il motivo? Uno sciopero del personale in servizio nell’ospedale dell’acese che, per protesta, visto la riduzione delle ore, ha deciso di non firmare il contratto, dunque, di non entrare, al momento in attività. «Si lede il diritto del malato ad avere un servizio a sua misura – afferma il dott. Barbaro Spampinato, referente di direzione per il personale del “SS. Salvatore” -. Dobbiamo andare avanti così per otto giorni. Non è possibile».

Tutto questo, nonostante all’ufficio provinciale del lavoro, lo scorso 9 luglio, era stato raggiunto un accordo tra le parti. «Quell’accordo non è stato mantenuto. Chiediamo un immediato incontro in Prefettura – continuano i sindacalisti della Uil Prestigiacomo e Palumbo. – C’è un problema anche di ordine pubblico». Una vicenda penalizzata dalla cieca burocrazia e da una gestione poco lungimirante dell’attività, ha causato il problema per le 13 operatrici. In pratica, l’azienda, con una richiesta di monte ore inferiore di oltre il 30%, rispetto al precedente bando di gara da parte dell’Asp, è dovuta correre ai ripari. Da qui la scelta di non rinnovare il contratto a 13 lavoratrici, che erano state assunte dalle aziende uscenti nell’ultimo anno in cui la Pfe aveva vinto il bando di gara, ma per un ricorso non aveva subito iniziato l’attività, partita in questi giorni, dopo la sentenza del Cga.

La Sicilia

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