Manovra. L’audio di Casalino contro i tecnici di Tria «Obbediscano o li cacciamo»

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ROCCO11In una registrazione audio che sembra realizzata di straforo in un luogo pubblico (si sentono posate tintinnare e rumori di contatti tra bicchieri), Rocco Casalino, portavoce del premier Giuseppe Conte, attacca il ministero dell’Economia parlando con un interlocutore che sembra essere un giornalista: «Domani se vuoi uscire con una cosa che può essere simpatica… la metti un po’ come fonte parlamentare, però, eh». La cosa simpatica, nell’audio Whatsapp di due minuti, Casalino parla di «megavendetta» contro il Mef. «Se poi all’ultimo non escono i soldi per il reddito di cittadinanza», dice, «tutto il 2019 sarà dedicato a far fuori quei pezzi di m… del Mef». L’audio, riportato da la Repubblica e il Giornale, dove ci si chiede se sia stato volutamente reso pubblico, Casalino si lascia andare a insulti ai tecnici e frasi pesantissime come: «Non ce ne frega niente, sarà una cosa ai coltelli». Il reddito di cittadinanza è argomento di scontro nella manovra economica, con M5S intenzionati a inserirlo e il ministro Giovanni Tria che frena, benché sollecitato da Luigi Di Maio a «trovare i soldi». Casalino è proprio alla struttura del Mef a cui mira. «Ormai abbiamo capito che Tria c’entra relativamente – scandisce il portavoce di Conte – ma ci sono al ministero una serie di persone che stanno lì da decenni e che proteggono il solito sistema. Non è accettabile che non si trovano dieci miliardi del c…».

Il Pd: «Vere minacce»

Paolo Gentiloni, via Twitter, ha scritto: «Chi lavora nelle istituzioni ha l’obbligo di servirle con disciplina e onore. Il signor Casalino non è più compatibile con la sua funzion». Raffaella Paita parlamentare del Pd, in una nota, ha invece affermato: «Minacce e insulti. Eccolo il vero volto dei Cinquestelle. Adesso che i conti vengono al pettine e che le promesse più false della storia della politica non possono essere mantenute, da Palazzo Chigi, secondo quanto raccontano stamani alcuni quotidiani, parte la rappresaglia contro il ministro Tria direttamente dalla viva voce di Rocco Casalino che di minacce se ne intende». «Mi chiedo», ha continuato, «se possa il portavoce del presidente del Consiglio permettersi di minacciare il ministro dell’Economia del governo per cui lavora, se il suo ruolo non sia diventato imbarazzante, visto che l’oneroso stipendio gli viene retribuito dai cittadini italiani e non dalla Casaleggio che per Tria ha evidentemente altri progetti». Secondo Paita: «Eccolo qua il cambia e mento. Servito sul piatto dell’onestà, quella degli elettori in buona fede, che nella prossima manovra non troveranno nulla di quello che attendevano. Adesso si vergogna». Su Twitter, Emanuele Fiano, della presidenza del gruppo Pd della Camera, ha scritto: «Il portavoce di #Conte #roccocasalino deve dimettersi. Le istituzioni non sono #robaloro. Noi non possiamo accettare che si calpestino le più elementari regole della #Democrazia. Attenti si comincia così nei regimi. Se non esegui muto gli ordini del capo, sei finito». Mentre Pina Picierno, europarlamentare del Pd, commenta: «Conte sapeva delle minacce che Rocco Casalino riservava al suo ministro dell’economia Tria? Chi è il vero mandante di Casalino? Conte e la Presidenza del Consiglio che ogni mese lo paga lautamente o la Casaleggio associati che ha trovato una potente cassa di risonanza dei propri desiderata da far pagare ai contribuenti italiani?».

Anche Forza Italia: «Casalino da cacciare»

«Ho ascoltato il messaggio audio con le minacce di Casalino ai funzionari del Mef, definiti dal portavoce del premier “dei pezzi di m…”. Da cacciare e far fuori nel 2019. A questo punto crediamo che il presidente Conte debba lui cacciare Casalino a calci nel sedere. Usiamo questa espressione perché, per arginare la trivialità di Casalino, non c’era altra via. Comunque se questo è il clima credo che il Governo sia in uno stato preagonico». Così Francesco Giro, senatore di Forza Italia

Il M5S difende Casalino: «Il problema sono i giornali»

Alle parole di Casalino rese pubbliche, ha replicato io M5S sul Blog delle Stelle «Quello che è stato ripetuto per l’ennesima volta ai giornalisti De Angelis e Salvatori da Rocco Casalino, e che oggi campeggia su tutti i giornali, era la linea del MoVimento 5 Stelle detta e ridetta in tutte le salse. Siamo assolutamente convinti (ed è sotto gli occhi di tutti) che nei ministeri c’è chi ci rema pesantemente contro: uomini del Pd e di Berlusconi messi nei vari ingranaggi per contrastare il cambiamento, in particolare il reddito di cittadinanza che disintegrerà una volta per tutte il voto di scambio. La spalla di questi uomini del sistema sono i giornali del sistema. Difendono tutti gli stessi interessi: i loro. Il MoVimento 5 Stelle difende quelli dei cittadini».

Corrieredellasera