Sicilia, il Governo cade sul documento economico. Aria di crisi

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Nello Musumeci, presidente della Regione Siciliana

Nello Musumeci, presidente della Regione Siciliana

Il governo di Nello Musumeci cade in aula sul documento di programmazione, una sorta di architrave delle manovre finanziarie della giunta. L’Assemblea siciliana ha bocciato in serata il Defr: 32 voti contrari e 32 favorevoli, su 65 presenti (un deputato non ha votato). Per il via libera al documento servivano 33 voti. Il Def regionale adesso torna in commissione Bilancio. Un segnale chiaro quello mandato al governo Musumeci, costretto già a congelare la manovra finanziaria prorogando di un mese, fino al 30 aprile, l’esercizio provvisorio che scade il 31 marzo. Il ddl di proroga deve ancora passare al vaglio dell’Ars in un clima pesante per il governo regionale, senza maggioranza e con mal di pancia evidenti nella coalizione di centrodestra.
 
L’aula è stata subito sospesa dal presidente di turno Roberto Di Mauro per convocare la conferenza dei capigruppo. Prima del voto, il governatore Musumeci aveva minacciato nuovamente il ritorno alle urne: “Se pensate che mi voglia consegnare ostaggio di qualcuno, scordatevelo. Se serve un confronto facciamolo qui in aula alla luce del sole, ma se qualcuno pensa che io prima di entrare in aula debba passare dal capo-corrente di turno per avere il suo voto, scordatevelo. Non avrei alcuna difficoltà a restituire la parola ai siciliani. Non intendo perdere la mia dignità”. Parole che non hanno evitato la bocciatura dell’atto. M5S e Pd hanno votato contro e adesso invitano Musumeci a dimettersi: “Quando il presidente Musumeci è stato eletto – ha detto il capogruppo dem Giuseppe Lupo – aveva una maggioranza: non è certo colpa della legge elettorale se l’ha persa per strada. Il Pd ha chiesto più volte un dibattito d’aula per sapere dal presidente della Regione come intende andare avanti dopo la sua stessa ammissione di non avere più una maggioranza, ma questo dibattito fino ad ora non c’è stato. Il Pd era e resta opposizione”. Repubblica Palermo