Paternò, Regionali. Intervista a Vito Rau: “Sinistra ha fallito, vinciamo con Nello”

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Vito Rau, candidato all'Assemblea Regionale Siciliana nella lista dell'Udc.

Vito Rau, candidato all’Assemblea Regionale Siciliana nella lista dell’Udc.

Da quali presupposti nasce la sua candidatura all’Ars?
La mia candidatura non è il frutto di un preciso volere politico imposto dall’alto, non siamo i burattini nelle mani di nessuno. A portarmi verso la scelta di mettermi in gioco è stata una precisa richiesta arrivatami dal territorio e da quanti negli ultimi tre anni hanno condiviso con me un progetto civico, concretizzatosi con il gruppo di Paternò On che ha portato all’elezione del sindaco Nino Naso lo scorso mese di giugno. Restiamo civici, diventando espressione del gruppo Rete Democratica, all’interno della lista “Rete democratica – Udc – Sicilia Vera.

Perché ha scelto Nello Musumeci?
L’ho sempre ammirato, fin da quando ha ricoperto l’incarico di presidente dell’ex Provincia Regionale di Catania. Basta guardare al suo operato per capire se è stato un buon amministratore, sfido chiunque a dire il contrario. Per lui nutro un profondo rispetto. E’ un uomo del fare e non delle chiacchere, l’unico che può concretamente far risorgere la Sicilia dal baratro in cui oggi si ritrova. Non sarà facile. Ma io amo questa terra, qui ho scelto di vivere e lottare, per dare un futuro ai miei figli e adesso provare a farlo anche per tutti i giovani siciliani.

Come reputa l’azione di Governo del Centrosinistra?
Basta una parola: fallimentare.

Il Pd ha candidato Fabrizio Micari che parla di “sfida gentile” per questa campagna elettorale. Ritiene sia l’approccio adeguato al momento storico e ai sentimenti di sfiducia dei cittadini specialmente al Sud e specialmente in Sicilia?
Non amo gli scontri, né gli estremismi. Se per sfida gentile il candidato Micari intende l’apertura al dialogo e alla collaborazione, sono d’accordo. Ma non basta, alla gente dobbiamo ridare quella fiducia persa nei confronti delle Istituzioni e della politica. Quindi, più che utilizzare la gentilezza io sono per una sfida di credibilità e di concretezza. La gente ha bisogno di essere ascoltata. Io sono un cittadino e come tale tante volte mi sono sentito abbandonato, deluso da politiche astratte, da progetti assenti. La Sicilia è indietro anni luce rispetto al Nord del Paese. Il gap da recuperare è abissale e cresce ogni giorno di più. Per non parlare del confronto con gli standard europei.

Perché si candida nell’Udc?
Ho scelto il movimento Rete Democratica, all’interno della lista insieme ad Udc e Sicilia Vera, perché sono sempre stato un moderato, vicino al mondo cattolico-cristiano di cui condivido le idee. Rete Democratica è una forza nuova, aperta al dialogo che può e deve crescere.

Il movimento politico Paternò On, di cui lei è cofondatore, sostiene per intero la sua candidatura con i suoi cinque consiglieri e con i tanti attivisti. Quali prospettive ha il movimento in seno al Consiglio Comunale paternese?
Siamo la prima forza politica cittadina, rappresentata da cinque consiglieri comunali, in seno alla maggioranza. Attorno al sindaco Naso abbiamo costruito un progetto politico per raggiungere precisi obiettivi di crescita sociale, economica e culturale della città. Obiettivi che vogliamo raggiungere.

Di lei il sindaco di Paternò Nino Naso, che ha fortemente contribuito a fare eleggere, ha detto: “Abbiamo il candidato paternese, inutile andarcelo a cercare fuori”. Questa dichiarazione l’ha entusiasmata?
Solo un paternese può conoscere i problemi della città e può riuscire a risolverli lavorando giorno per giorno, tutto il resto è solo fantapolitica. Io spero che la gente abbia capito, abbia imparato dall’esperienza di decenni che non possiamo essere solo bagaglio di voti per candidati di altri Comuni. Paternò deve riappropriarsi del suo ruolo, deve alzare la testa, deve tornare ad essere leader anche nell’avere dei propri rappresentanti all’ARS. Basta fare lo zerbino degli altri.

Quanto è importante che Paternò abbia il suo riferimento regionale all’Ars e che questo sia in maggioranza e non all’opposizione?
Ribadisco che solo un paternese può difendere il territorio. I risultati degli ultimi decenni lo dimostrano. Se guardo al passato, a quando Paternò aveva i suoi rappresentanti di spessore all’Ars, tra tutti penso a Barbaro Lo Giudice, vedo un Comune leader, vedo finanziamenti e programmi di sviluppo, vedo una città che cresce.

Nel suo programma parla di allevamento, di lavoro, di giovani. Se eletto quale crede sarà la sua prima proposta di legge? Ci saprebbe descrivere i suoi primi 100 giorni?
Vi sono delle emergenze che richiedono immediato intervento. Guardo in particolare all’agricoltura ed ad una riforma catastrofica, che cancella gli 11 Consorzi di bonifica, lasciando in Sicilia due soli grandi Enti, senza fondi ed in maniera scellerata gli affiderà una rete idrica colabrodo. A questo si aggiunge una totale assenza di tutela e valorizzazione dei prodotti agricoli ed agrumicoli del territorio, con la Sicilia fuori dai circuiti più importanti in Italia e all’estero. Guardo alla mobilità ed alla rete di trasporti assolutamente carente. Sicuramente tra i primi interventi ci sarà una richiesta di fondi per precisi progetti necessari a mettere in sicurezza la Statale 121 Paternò-Catania e la Statale 284 Paternò-Randazzo, e poi vi è una rete viabile di cintura interna ed esterna da ricostruire; solleciterò risposte chiare in merito ai finanziamenti della tratta metropolitana Misterbianco-Paternò, snodo fondamentale per unire i Comuni della fascia pedemontana al capoluogo etneo.

Fava ed altri candidati avversari di Nello Musumeci parlano di “impresentabili” nel Centrodestra. Lei crede ve ne siano?
Sicuramente si, come vi sono anche negli schieramenti politici avversari. A scegliere, però, sono i cittadini. Sono loro che devono dar fiducia a quanti ritengono validi. A loro mi rivolgo chiedendo di non svendere il loro voto.

Qual è la frase che gli elettori le dicono di più quando li incontra per strada, al mercato, negli appuntamenti elettorali in giro nel comprensorio?
La gente chiede di essere ascoltata e capita, mi raccomanda di poter rappresentare le loro necessità, le loro richieste diventate sempre più grida d’aiuto. Io farò il massimo, come ho sempre fatto. Io sono uno di loro, cresciuto con le mie sole forze. Non dimentico il mio territorio.