Paternò, termina con successo la prima edizione del Festival Cantastorie

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Un'immagine della serata conclusiva del Festival.

Un’immagine della serata conclusiva del Festival.

Per sentire e conoscere l’anima, i sentimenti e la storia della Sicilia bisognava venire al Festival dei Festival dei Cantastorie a Paternò. Qui le coscienze dei siciliani sono state scosse, coinvolte e commosse. Ogni artista, col suo stile e col suo genere, ha reso omaggio alla propria terra e alla propria cultura. Ironici, commoventi, ridanciani, storici, armoniosi, seriosi, i cantastorie hanno dato il meglio della loro bravura e professionalità. Ma si è potuto assaporare la passione e il fluire del sangue nelle vene quando Nonò Salamone ha rapito il pubblico del Teatro, con “Lu Signuri si fici surfararu” e “Lu trenu di lu suli”. Qui il pubblico ha sentito spontaneo rendere più volte standing ovation all’artista di Sutera che ha portato in musica la poesia di Ignazio Buttitta e di Bernardino Giuliana interpretando, come solo lui sa fare, l’accorato canto della gente di Sicilia.

«Non facevo spettacoli da un po’ di tempo – ha commentato soddisfatto Nonò Salamone – ma in questo Festival ho visto qualità organizzativa e la presenza di validi artisti. Paternò, inoltre – ha continuato l’artista – mi richiama alla memoria due grandi cantastorie ed amici che ho conosciuto e con i quali ho trascorso momenti importanti: Cicco e Nino Busacca». Quindi è stata la volta di un brillante e ironico Luigi Di Pino che ha reso partecipe il pubblico con i suoi brani coinvolgendolo con entusiasmo. Laura De Palma ha riportato la dolcezza dei canti popolari siciliani con splendide ninne nanne ma ci ha scossi con canti di protesta. Cettina Busacca si è cimentata con due sue composizioni poetiche con le quali ha ripercorso, con sentimento e devozione filiale, la vita del padre, Nino Busacca, avvalendosi di un cartellone da lei stessa disegnato. Il cantastorie in erba, Orazio Fusto, si è esibito in una nuova storia che è il continuo di quella della sera precedente ma scritta da due autori diversi: la prima di Ciccio Busacca e l’altra del poeta Parsi. Si tratta de “La morti e lu miliardariu” e “Lu miliardariu in paradisu”. Tenero il simbolico passaggio del testimone fatto da Nonò Salamone per il giovane Orazio. A raccontare la Sicilia con quadri e canzoni il cantastorie Alfonso Gagliardo di Palermo. Il Festival dei Festival dei Cantastorie di Paternò, quindi, ha riscosso un successo oltre le aspettative. L’alta qualità della manifestazione e lo spessore degli artisti, provenienti da tutta la Sicilia, hanno reso il Festival degno dell’interesse di critica e di pubblico, ma soprattutto ha reso onore alla patria dei cantastorie quale è la cittadina di Paternò.

La serata di domenica è stata ancora più emozionante e coinvolgente, grazie alla presenza di Nonò Salamone, uno dei cantastorie più famosi della Sicilia e di tutti gli altri che vi hanno preso parte: il cantastorie del XXI secolo Luigi Di Pino, Alfonso Gagliardo, il cantastorie in erba, Orazio Fusto, la bravissima cantante folk Laura De Palma, accompagnata col mandolino e le percussioni di Flaminia Castro, Cettina Busacca. In fuori programma il Duo Coppola e la chiusura del Festival con l’Aedo dell’Etna Alfio Patti. Il sabato ha visto la partecipazione dell’ironico e sottile cantastorie Carlo Barbera, di Luciano Busacca e di Alfio Patti con uno struggente “Lamento ppi Turiddu Carnavali”.

Soddisfatta Cettina Busacca, organizzatrice dell’evento, patrocinato dalla Regione, dal Comune e presentato da Clara Damanti. Durante la “due giorni” altri artisti come il gruppo “Sogno di Sicilia”, Massimo Garaffa, l’uomo orchestra, il Duo Coppola e il gruppo dei poeti della Associazione “Cettina Busacca figlia d’arte” hanno allietato il Piccolo Teatro e il Palazzo Alessi.