Paternò, Rau candidato all’Ars: “Mio programma con al centro i bisogni”

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Giovani, lavoro, agricoltura, allevamento, senza dimenticare le delicate tematiche dei rifiuti e della sicurezza stradale, proseguire con il turismo, lo sport, il volontariato, lo sviluppo economico, la salvaguardia delle fasce sociali più deboli. Sono i punti principali del programma elettorale del candidato all’Assemblea Regionale Siciliana, Vito Rau, 43 anni, paternese, sceso in campo con il candidato presidente Nello Musumeci, all’interno della compagine di Rete Democratica, Unione di Centro e Sicilia Vera.

Vito Rau, candidato all'Assemblea Regionale Siciliana per la lista "Udc - Rete Democratica"

Vito Rau, candidato all’Assemblea Regionale Siciliana per la lista “Udc – Rete Democratica”

“Da giovane, cresciuto in questa terra, non posso non pensare innanzitutto a chi deve costruirsi un futuro, ai giovani che vogliono restare in Sicilia e non essere costretti ad andare via  – evidenzia Vito Rau -. Dobbiamo invertire subito rotta, la classe politica regionale deve essere in grado di creare opportunità, per permettere alle aspirazioni di migliaia di persone di diventare reali e non restare solo utopie. Il lavoro, diritto di ogni cittadino, sancito dalla nostra Costituzione, deve essere garantito. Ogni persona che va via è una sconfitta economica e sociale per la nostra terra, depotenziamo i nostri territori, esportando forza lavoro e ingegno. Le risorse economiche dell’Unione Europea vanno investite e spese, per far crescere idee e innovazione, dobbiamo essere in grado di sotenere le start up; le aziende vanno accompagnate nel cammino di formazione e crescita, non si può fermare tutto e restare imbrigliati tra le maglie della burocrazia”.

Un concetto che si lega agli altri due punti del programma: agricoltura e allevamento. “Sono le risorse economiche primarie della nostra terra – continua Vito Rau -, cosa è stato fatto, invece, negli ultimi anni? Dove sono le politiche di tutela del nostro prodotto? Quali interventi sono stati messi in atto per garantire l’apertura verso nuovi mercati? Non penso basti qualche sparuta promozione. Le politiche di settore sono sbagliate e fanno acqua da tutte le parti. Guardando all’agricoltura, già dalla produzione non c’è tutela. La rete idrica al servizio della piana di Catania, dove la semplice e sporadica manutenzione ordinaria non basta, è un colabrodo. L’impianto è vecchio di decenni, ed occorrono finanziamenti per recuperarlo, soprattutto nei punti più critici, mi riferisco a “quota 100” e “quota 150”. La Regione, invece, di investire ha messo in atto una riforma che elimina i Consorzi, dando vita ad Ente che erediterà problemi e che dovrà reggersi, tra breve, solo con le sue forze economiche”.

L’elenco di cose da fare è lungo, bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare. “Le questioni da affrontare restano tante – continua Vito Rau -, penso ad esempio alla sicurezza stradale, ad una viabilità assolutamente inefficiente. Solo per citare gli snodi viari più importanti del comprensorio, penso alla Statale 121, la Paternò-Catania e la statale 284, la Paternò-Randazzo; entrambe attraversate ogni giorno da migliaia di veicoli, migliaia di pendolari che si spostano per motivi di studio e di lavoro. Strade dove si trova ancora oggi la morte. Sicurezza e potenziamento della rete viaria devono, invece, diventare una priorità. E poi c’è l’argomento rifiuti, per una politica che vada sempre più verso una raccolta differenziata e l’investimento di risorse per la creazione di centri di compostaggio, con l’obiettivo di ridurre sempre più i costi a carico dell’utenza. Penso, ancora, alla sviluppo economico, ed all’area ASI dimenticata. Vorrei riuscire a valorizzare il territorio sfruttando le sue enormi potenzialità turistiche, puntando sui beni monumentali e naturali, penso all’enorme patrimonio architettonico e normanno, penso alle salinelle di Paternò e Belpasso. Il territorio – conclude Vito Rau – ha sete di interventi, dove merita spazio lo sport, con la creazione di nuovi impianti per soddisfare le richieste delle società del territorio. Ed ancora, interventi per le fasce sociali più deboli; sostegno alla scuola, determinante nella formazione culturale e sociale dei nostri giovani; ascolto dei bisogni del volontariato, fondamentale risorsa da valorizzare. C’è un territorio da ricostruire”.