L’ultima bugia di Renzi: “Container a Natale”, ma ci sono ancora le tende

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Foto Vincenzo Livieri - LaPresse

Foto Vincenzo Livieri – LaPresse

Mentre la terra torna a tremare e a straziare l’Italia centrale, si viene a scoprire che sul conto della Tesoreria Centrale dello Stato riposano in tutta tranquillità i 28 milioni di euro donati dagli italiani per i terremotati di Marche, Lazio e Abruzzo. Denaro destinato ad aiutare i terremotati, ma paralizzato, come spesso accade in Italia, per motivi prettamente burocratici.

Soldi ostaggi della burocrazia

Il Moviemento 5 Stelle ha chiesto conto al governo di questi fondi, raccolti con sms e bonifici bancari provenienti da ogni parte d’Italia, durante il question time alla Camera. Il botta e risposta tra Laura Castelli e il neo-ministro dei Rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro ha scoperchiato una realtà amara: quei soldi non si possono toccare. Infatti, come riporta La Stamapa, il “protocollo d’intesa per l’attivazione e la diffusione dei numeri solidali“, siglato tra le società di telefonia, che raccolgono il denaro, e la protezione civile, prevede degli step precisi, un percorso obbligato che non può essere ostacolato. Poco importa delle esigenze dei terremotati, del freddo o della neve. E sì, perché come precisa la Finocchiaro prima di smuovere quei soldi dal loro torpore bancario bisogni prima un’analisi dei danni nelle singole regioni, poi si passo alla creazione di un comitato di garanti, che sorvegli e verifichi il rispetto delle norme nell’utilizzo dei fondi. Una pratiche che necessità di tempo, ma che ovviamente non tiene conto delle necessità. IlGiornale