“Caro Silvio, salva ancora l’Italia e scendi in campo per il No”

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Calderoli e Berlusconi

Calderoli e Berlusconi

di Roberto Calderoli

Caro Silvio, continuo a vederti titubante sullo scendere personalmente in campo a sostegno del No alla riforma costituzionale. Scusami Silvio, non ti riconosco più! Ci conosciamo da tanti, troppi anni: sono stato ministro per tre volte in tuoi altrettanti governi, una volta mi sono anche dimesso dall’incarico per difendere te e il tuo governo, salvo poi scoprire che avevo ragione io e che il mio unico torto era stato denunciare il pericolo dell’Islam estremo troppo presto rispetto a oggi, quando l’Isis lo abbiamo alle porte di casa.

Ma al di là della politica, Silvio, noi siamo amici, e penso di poter dire amici veri. Me lo hai dimostrato standomi vicino quando ho vissuto il travaglio di un brutto tumore. E non potrò mai dimenticare che tu eri seduto a fianco a me, a mia moglie e a mio figlio durante il funerale di mia mamma Maria: mi dicevi che ti ricordava tua mamma Rosa e che, quando la sentivi, ti richiamava a «fare il bravo». Mamma Rosa e mamma Maria oggi non ci sono più, altrimenti ti direbbero «Silvio torna in campo e subito a sostenere il No». Come te lo dico io, io che sono un tuo amico, ma non sono mai stato un tuo cortigiano, tanto da aver anche contestato e contrastato alcune tue scelte politiche, tipo il Patto del Nazareno, e da aver suggerito in diverse occasioni elettorali che non si dovessero fare alleanze tra la Lega e Forza Italia. Ma oggi l’alleanza contro questa pessima riforma è assolutamente necessaria e deve essere un’alleanza vera e non di facciata.

Io capisco benissimo le posizioni pro Renzi dell’amico Fedele Confalonieri, comprendo le preoccupazione della cara Marina e della tua famiglia, che pensano prima di tutto alla tua salute, alla tua tranquillità e legittimamente anche alle loro imprese, ma tu, Silvio, dopo la discesa del ’94 e dopo il predellino del 2007, oggi puoi fare un salto ancora più in alto: tu puoi essere quello che fa pendere il piatto della bilancia dalla parte della democrazia e della libertà!

Questo Paese ha perso ormai tutto, il lavoro, le imprese, i figli, la famiglia, la certezza del futuro e la sovranità del popolo, vuoi che venga meno anche una democrazia seppur zoppicante, sostituita dalla dittatura di un principe? Un principe che oggi blandisce le vostre imprese, ma che è pronto già da domani a chiuderle o consegnarle agli amici degli amici.

E non puoi demandare, caro Silvio questo ruolo di difesa della democrazia a un improbabile tuo sostituto da mettere in campo all’ultimo minuto, perché sarebbe solo una semplice controfigura. Devi allontanare i cattivi consiglieri, i nostalgici del Nazareno, e devi scendere tu in campo, non una tua controfigura (il buon Dio ti ha dato un fisico e una testa che ti consentono tutto questo), per aiutarci a fermare questa deriva autoritaria. Ti faccio questa richiesta per il bene che ti voglio, per il bene che voglio alla Lega e perché conosco il bene che tu vuoi al Paese: Silvio sveglia, altrimenti qui viene giù tutto, esattamente come purtroppo è accaduto nelle zone colpite dal devastante terremoto di domenica. Tu sei stato in grado di dare una risposta al terremoto che ha portato al crollo della prima Repubblica, tu hai saputo dare una risposta al terremoto dell’Aquila con i fatti e non con le slides, ma si possono ricostruire le case e le chiese, ma non la democrazia. Per cui Silvio ora o mai più, altrimenti piangeremo solo le macerie e le vittime. *ex ministro Governo Berlusconi