Catania. Il turismo c’è ma la città è “chiusa”. Ieri in 2000 “prigionieri” al porto

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di Redazione

A Catania, si dice spesso e giustamente, si potrebbe vivere di solo turismo. Lo si dice con l’idea di base che il turismo non ci sia, o che non ce ne sia abbastanza: e anche questo spesso è vero. Ma esitono purtroppo casi inversi, quando il turismo c’è ed è la città a non fare abbastanza per sfruttarlo.

E’ il caso dell’approdo, ieri al porto di Catania, della Costa Luminosa della compagnia Costa Crociere. Un palazzo del mare adibito al relax dei suoi passeggeri, che tra un bagno turco e una puntatina al casinò ne approfittano per visitare alcuni dei luoghi più belli dell’Europa e del Mediterraneo. Tra i suddetti luoghi belli vi è senza dubbio Catania: ma la città, incredibilmente, non si fa trovare pronta. Quando i duemila crocieristi vi sbarcano si trovano davanti lo spettacolo di un sito chiuso, serrato, respingente. Infatti i locali della Vecchia Dogana, che dovrebbero essere adibiti al ricevimento dei turisti dal porto – ed essere quindi il biglietto da visita per l’intera città di fronte al mondo – erano chiusi. 

«L’intero edificio, di proprietà dell’Autorità Portuale, ristrutturato con quasi 4milioni di euro pubblici – denuncia il movimento politico Catania Bene Comune – proprio per divenire polo per lo sviluppo turistico della città e per l’accoglienza dei crocieristi, è stato trasformato in discoteca e ha cambiato radicalmente la sua destinazione d’uso. I cancelli della Vecchia Dogana oggi sono rimasti chiusi e i turisti hanno dovuto raggiungere il centro cittadino transitando dal piccolissimo varco pedonale all’ingresso del porto. Una situazione intollerabile dopo che la comunità e le autorità pubbliche hanno investito milioni di euro proprio per accogliere al meglio i turisti in città. Un danno di immagine incalcolabile per la città di Catania e per il suo sviluppo turistico».

Un episodio sgradevole, questo della crociera, che arriva dopo due anni di lavoro da parte del sindaco Enzo Bianco per “sbloccare” l’arrivo delle navi nel nostro porto. Viene da pensare che senza un minimo di attenzione, “sbloccare” qualsiasi settore sia pressoché inutile. E se la chiusura dei cancelli della Vecchia Dogana non può essere addebitata al sindaco in prima persona, sulla vicenda l’amministrazione farebbe comunque bene a chiedere chiarimenti. Per far sì che quella Catania che “potrebbe vivere di solo turismo” non resti un chiacchirericcio sterile da bar.