Paternò. Sciacca: “I consiglieri come marionette. Io ancora capogruppo di Percorso Popolare”

Sharing is caring!

Alfredo Sciacca, consigliere comunale

Alfredo Sciacca, consigliere comunale

Consigliere Sciacca lei si è improvvisamente allontanato dalle posizioni sia dell’amministrazione comunale sia del suo gruppo consiliare “Percorso Popolare”. Può spiegare i motivi?
E’ stata una decisione che ho meditato per diverso tempo. Anzitutto il rapporto con gli altri due componenti del gruppo “Percorso Popolare”, un rapporto totalmente assente. Una mancata concertazione delle decisioni da assumere sia in aula che nella città. Quando nacque questo nostro percorso, con la fuoriuscita mia e del consigliere Enrico Statelli dal Partito Democratico, lo abbiamo fatto non senza riflettere e comunque cercavamo un’indipendenza che non è mai arrivata. Abbiamo ottenuto una rappresentanza in giunta (Alfredo Minutolo nominato assessore allo Sport, ndr) che alla fine si è rivelata una rappresentanza esclusiva del consigliere Salvo Comis, che è stato ricompensato in questo modo per il suo passaggio dall’opposizione alla maggioranza. Un assessore che, infatti, si è limitato a tenere rapporti costanti sempre e solo con il suo diretto riferimento in Consiglio e non con il resto del gruppo consiliare. Il malessere è iniziato quasi subito, ma ho voluto aspettare perché uno strappo mi sarebbe costata una fatica anche interiore. Alla fine non ho avuto scelta ed ho preferito la reale strada in solitaria, dichiarando l’intenzione di voler al più presto diventare indipendente.

E sul sindaco Mangano?
Dico solo che da questo momento in poi il mio atteggiamento sarà totalmente indipendente dalla maggioranza, e dipendente solo dai miei elettori. Per troppo tempo ho sostenuto linee politiche di scuderia, è giunto il momento di assumermi diverse responsabilità, tenuto conto che voterò tutti quei provvedimenti che riterrò personalmente meritevoli del mio sostegno in Consiglio Comunale.

In diverse occasioni è emerso come i malesseri siano iniziati a ridosso dei preparativi in occasione dell’ultima edizione di Fiera di Settembre. E’ così?
Esattamente. Quando ho iniziato a percepire che il mio gruppo aveva deciso di operare in un certo modo, non ho potuto fare altro che allontanarmi progressivamente fino ad assumere la decisione odierna. Fiera di Settembre, come anche Roccanormanna ed Arte Natale, sono eventi iscritti nello statuto comunale. Eventi quindi cui l’organizzazione spetterebbe all’amministrazione, che ha competenze esclusive. Esternalizzare ed in questo modo tali eventi, con più che discutibili modalità di gestione, ha voluto dire svilire totalmente sia il gruppo organizzatore sia l’evento in sé. Più in generale sono eventi che vanno organizzati insieme alla città.

Il suo e vostro riferimento politico era Marco Consoli, vicesindaco di Catania. Resta ancora lui?
Io non ho alcun riferimento. Ripeto che i miei unici referenti saranno d’ora in poi solo ed esclusivamente i miei elettori ed i cittadini.

E i rapporti con il Pd?
Uscendo dal Pd ritenni di essere indipendente, come dicevo. Ci ritenevamo lontani dai meccanismi partitici di quel partito. Ed invece ci siamo appiattiti, mio malgrado, proprio sul Pd. Un partito che ha molto da farsi perdonare dopo quattro anni condotti in modo più che discutibile. Un partito che forse nemmeno esiste più.

Sul bilancio di previsione?
Pur sapendo che in quel momento si sarebbe votato un documento importante, e pur avendo portato il documento in Consiglio l’ultimo giorno utile per poterlo approvare, incredibilmente non sono stato invitato al vertice di maggioranza che ha preceduto la votazione in Assise. Un vertice importantissimo. Ritengo gravissimo quello che è successo. Pertanto, non essendomi sentito considerato dalla stessa maggioranza in una fase preparativa di una fase fondamentale del dibattito politico e programmatico, non avendo la maggioranza stessa evidentemente ritenuto fondamentale il mio contributo, ho fatto un passo indietro, ed ho lasciato che il sindaco trovasse altrove i suoi numeri. Puntualmente li ha trovati in una parte della minoranza ormai divenuta organica alle posizioni del primo cittadino. Se fossi stato presente, avrei comunque trovato molte difficoltà a votare un bilancio su cui pesa per la seconda volta il parere negativo dei revisori contabili.

Nei giorni scorsi il consigliere Salvo Comis ha dichiarato che è lui il capogruppo di “Percorso Popolare”. Evidentemente si rivolgeva al Consiglio Comunale ed anche ai suoi colleghi di gruppo. Come commenta?
Ho letto anch’io le dichiarazioni del consigliere Comis, che si è autoproclamato capogruppo. Tengo a precisare che fino allo scorso 15 dicembre sono stato convocato in conferenza dei capigruppo dalla presidente del Consiglio Comunale in quanto ancora capogruppo di “Percorso Popolare”, regolarmente indicato dal mio stesso gruppo – quindi anche da Comis – quando ci costituimmo. Comis forse dovrebbe mettersi d’accordo con se stesso. Forse avrebbe voluto dire “sarò capogruppo”, il che è totalmente diverso.