Paternò, Ncd si spacca. Cirino: “Quando serve, noi con Mangano”

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pietro piero cirino

Pietro Cirino, consigliere comunale di Ncd Paternò

Il 30 novembre scorso è stato approvato in Consiglio Comunale a Paternò il bilancio di previsione dell’Ente, ancora una volta in ritardo sulla tabella di marcia annuale, ed ancora una volta con il parere negativo dell’ormai ex collegio dei revisori contabili. Durante la controversa votazione, fu sancita e di fatto battezzata una nuova maggioranza consiliare, costituita dalla frangia rimanente in Assise del centrosinistra guidato da Mauro Mangano (drammatico lo strappo a sinistra, con gli evidenti dissensi dei consiglieri Messina e Sambataro, quest’ultimo anche segretario del Pd paternese) più cinque consiglieri comunali eletti con il centrodestra alle scorse elezioni amministrative del 2012. Tra questi anche due dei tre consiglieri componenti il gruppo di Nuovo Centrodestra, il partito di Angelino Alfano: i consiglieri Marco Tripoli (capogruppo) e Pietro Cirino. Il terzo consigliere del gruppo Ncd, espressosi contrariamente al bilancio (ed inspiegabilmente a favore dell’immediata esecutività dello strumento economico-finanziario), Guerrina Buttò (coordinatrice del partito), si era immediatamente pronunciata dopo il voto in Consiglio in nome e per conto di Ncd, in modo molto critico sull’operato della maggioranza del suo gruppo consiliare, tanto da prendere le distanze dai suoi colleghi e sancendo di fatto una spaccatura ampissima nel partito centrista, chiedendo anche spiegazioni frettolose agli stessi consiglieri Tripoli e Cirino. Ed è proprio Cirino a rispondere con una dichiarazione inviata alla stampa: «Sul bilancio non mi appello al senso di responsabilità, perché credo che questo sia il tempo di cambiare un pò anche il senso della comunicazione verso i cittadini che ci hanno eletti. Credo che questo sia il tempo di provare a riportare anche la logica della contrapposizione politica su un piano diverso, più confacente all’attuale situazione socio-economica della nostra sventurata città – dichiara Cirino, che si spinge oltre e chiede – Cosa sarebbe accaduto se il bilancio di previsione del 2015, presentato sostanzialmente alla fine dell’esercizio finanziario (quindi con tutti gli impegni di spesa già sostanzialmente realizzati in virtù dell’utilizzo dell’esercizio provvisorio) non fosse stato approvato? E quale migliore occasione, se non quella di votare il bilancio, per dimostrare al sindaco ed all’intera città che la maggioranza di governo non è (e non è mai stata) sufficientemente affidabile e pronta a dare il proprio contributo nei momenti cruciali della vita amministrativa?». Cirino parla anche del sostegno all’amministrazione Mangano: Ci siamo determinati ad assumere il ruolo di stampelle, non per l’alto senso di responsabilità, ma perché bisogna provare ad andare avanti. Bisogna, nonostante tutto, guardare con fiducia al futuro incerto della nostra città, nella consapevolezza che questa esperienza amministrativa resterà famosa per il cambiamento mai realizzato». Una forma sia pure soft, una ammissione di come la fase delicata del bilancio di previsione del Comune abbia aperto una nuova fase politica in Consiglio Comunale, mirata al trasversalismo e ad un futuro sostegno al governo di Mauro Mangano.

Al coordinatore di Nuovo Centrodestra, il consigliere comunale Guerrina Buttò, Pietro Cirino si rivolge in modo molto forte: «Subito dopo la seduta consiliare si è affannata a dissociarsi in nome e per conto dall’azione consiliare di tutti i rimanenti consiglieri del partito (è evidente che nella fattispecie l’azione di coordinamento non è ben riuscita). Nella piena consapevolezza che è ormai assai difficile svolgere il ruolo di coordinatori di partito in un’epoca in cui i partiti stessi hanno definitivamente svilito la loro funzione di fucina delle idee e di confronto dialettico sui problemi delle comunità, dico che non basta votare contro per affermare la propria posizione politica, né basta dissociarsi con interviste sui mezzi di stampa, dalla politica del sindaco per essere più credibili. Occorre guardare più avanti – conclude Cirino – cominciando a pensare un pò meno alle contrapposizioni ed un pò più alle cose da fare per la città: con Mangano quando serve, e contro Mangano quando le sue proposte sono inaccettabili e non coerenti con il bene comune». Questo credo sia lo spirito con cui prepararsi ad una nuova politica». Quella di Cirino appare coraggiosamente una posizione totalmente distante da quella assunta dal coordinatore del partito, Guerrina Buttò. Posizioni distanti che non potranno, e a breve, non portare a conseguenze politiche anche significative.